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Massimo D’Azeglio – Epistolario – 2002

Massimo D’Azeglio
a cura di Georges Virlogeux, Torino, Centro Studi Piemontesi, vol. V (8 maggio 1

Anno di pubblicazione: 2002

Il volume, curato da Georges Virlogeux con il consueto impegno e arricchito da un prezioso apparato critico, ci porta nel cuore dell’attività politica dell’Azeglio. Dopo la ripresa della guerra contro l’Austria, voluta dai democratici e la definitiva sconfitta del Piemonte, in una grave situazione che mette in crisi la stabilità del regno, la credibilità del nuovo sovrano Vittorio Emanuele II, la sopravvivenza dello Statuto, entra in gioco l’Azeglio, chiamato alla carica di presidente del Consiglio, quale teorico dell’idea di libertà politica e riscatto nazionale e figura garante per l’opinione pubblica liberale. Poche le lettere di colloquio familiare e amicale, pochissimi i riferimenti alla vita privata: gli argomenti che caratterizzano la scrittura dei mesi che vanno dall’inizio di maggio al 31 dicembre 1849 si saldano quasi esclusivamente intorno al concetto di responsabilità e di onore, attraverso alcuni nuclei tematici ricorrenti, come le continue confessioni da un lato del proprio disagio di ?fare politica?, e dall’altro del fermo proposito di ?fare il proprio dovere? e di condurre il paese a ?patti onorevoli?.
Le ripetizioni, sia quelle che esprimono insofferenza e fatica, sia quelle relative all’attività vera e propria, si colorano di diversa intonazione a seconda degli interlocutori, la moglie, gli amici, i colleghi, i diplomatici e restituiscono in modo incisivo il difficile percorso di un uomo che cerca di fare il meglio in un clima sempre più concitato, confuso e saturo di rancori, predisponendo la rete dei contatti per le trattative e ?disciplinando? lo stato senza mai sconfessare i propri principi, secondo l’assunto più volte dichiarato: ?quando prometto, mantengo?.
Ci sono molti modi di leggere un epistolario e la molteplicità dei percorsi costituisce uno dei motivi del fascino e dell’utilità della fonte; accanto a lettere che rivelano l’uomo sbrigativo che, pur consapevole della gravità del compito, sembra liquidarlo con semplicità, vi sono pagine dense di argomentazioni importanti e di forti contenuti politici. Le lettere del V volume, non solo permettono di approfondire la conoscenza dei fatti e del complesso quadro diplomatico internazionale che agisce intorno al Piemonte, ma soprattutto ? come suggerisce Virlogeux nella sua bella Introduzione ? sono l’occasione di una verifica del personaggio, dei suoi convincimenti e delle sue capacità. Nonostante i rimpianti per la libertà della vita d’artista, i contrasti parlamentari sempre più accesi, la frattura fra governo e opposizione, Massimo d’Azeglio, con pazienza e fermezza, giorno dopo giorno matura le posizioni duttili e concrete che il 6 agosto conducono infine il paese alla firma del trattato di pace. Dietro la tanto spesso deprecata superficialità e l’apparente mancanza delle qualità di ?uomo parlamentare? lamentata da Cavour, Massimo D’Azeglio politico poteva e sapeva essere ben altra cosa e queste 261 lettere ne sono la migliore conferma.

Daniela Maldini Chiarito