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Massimo Firpo e Pier Giorgio Zunino (a cura di) – La storia e le sue immagini. L’Italia dall’Unità ad oggi, I: Ambiente, persone, economia; II: Istituzioni, società, costume; III: Cronologia e indici – 2002

Massimo Firpo e Pier Giorgio Zunino (a cura di)
Milano, Garzanti, pp. X-604, 604 e 520, s.i.p.

Anno di pubblicazione: 2002

Quest’opera costituisce una novità interessante nel panorama dell’utilizzazione della fotografia in campo storiografico in Italia. L’apparato iconografico, curato dagli Alinari, ovvero dai detentori del ?più prestigioso, ricco ed antico ?corpus fotografico’ conservato in Italia? (I, p. V), è organizzato in maniera organica e unitaria, ed è basato essenzialmente su fotografie d’archivio, tutte rigorosamente in bianco e nero.
Il rapporto fra i testi e le immagini è il dato forse più interessante e problematico dell’opera. Ne sono consapevoli i curatori, i quali nell’Introduzione addirittura si preoccupano di avvertire che ?pur mirando a stabilire un fruttuoso interscambio fra parola scritta e raffigurazione fotografica, i testi costituiscono il nucleo essenziale? dell’opera, e quindi non vanno intesi in funzione accessoria e didascalica rispetto alle immagini (ibidem).
In realtà, questa integrazione e questo fruttuoso interscambio, proprio per le caratteristiche intrinseche del mezzo fotografico, non risultano sempre uniformemente compiuti: in alcune parti, soprattutto del primo volume, l’integrazione testo immagini è molto efficace, anche perché le sezioni (?territorio e paesaggio?, ?il vivere?, ?ceti e gruppi sociali?) si prestano a un uso della fotografia storica come materiale di forte valore euristico per la ricostruzione di ambiti territoriali, condizioni di vita, rappresentazioni di modi di vita e di gerarchie sociali.
In altre parti, quelle più legate alla dimensione politico-istituzionale, il ruolo della fotografia appare molto più difficile da legare al testo: si sfrutta allora, talvolta con risultati molto interessanti, la capacità suggestiva ed evocativa che hanno le immagini dei protagonisti della vita politica ed economica. In altre ancora, il ricorso alla immagine sembra quasi favorire una drammatizzazione del percorso narrativo (per quanto riguarda la grande guerra, p. es., si sorvola sulla canonica fase delle ?cause? profonde del conflitto, e si entra subito nel drammatico concatenarsi degli eventi del dopo Sarajevo); a sua volta l’immagine fotografica tende a ridivenire illustrativa ed evocativa, più che documentativa, come ad esempio nel III volume, in cui la parte événementielle è dominante.
In altre parole il rapporto fra immagini e testo è gestito in quest’opera in maniera complessa e nuova, non solo rispetto ai precedenti editoriali diretti (cfr. p. es. i volumi di Italia Moderna. Immagini e storia di una identità nazionale, editi da Electa agli inizi degli anni Ottanta, che segnarono una nuova attenzione agli apparati iconografici), ma anche rispetto ad altre opere posteriori, più ?fotografiche?, come la recente collana della ?Storia fotografica d’Italia? degli Editori Riuniti, dove invece il percorso per immagini ha un ruolo essenziale, ma corre in gran parte in maniera autonoma dai testi. Il fatto stesso che gli autori sentano il bisogno di riaffermare che comunque l’opera ?non intende rinunciare agli elementi specifici dell’indagine e della narrazione storica? testimonia del fatto che si è compiuto un tentativo insolito e nuovo di integrare l’immagine con la ricostruzione narrativa.

Luigi Tomassini