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Massimo Lodovici, Mario Proli – Sindacato, società e istituzioni. La Camera del Lavoro a Forlì e Cesena nel secondo dopoguerra, introduzione di Maurizio Ridolfi – 2004

Massimo Lodovici, Mario Proli
Cesena, Il Ponte Vecchio, pp. 262, euro 14,00

Anno di pubblicazione: 2004

Il volume si colloca nel filone di studi che ha ripreso vigore in occasione dei centenari delle Camere del Lavoro italiane e che ha scelto di indagare queste peculiari forme organizzative del sindacato italiano come parte della storia più ampia delle comunità e dei territori nei quali si insediano.
La storia dell’organizzazione sindacale è la storia di un soggetto complesso che da un lato deve riuscire a rappresentare ?la comunità del lavoro?, a sostenerne le rivendicazioni, dall’altro ha il compito di entrare in relazione con gli enti locali, il mondo cooperativo e gli apparati periferici dello Stato per sostenere una propria visione complessiva della società e per ottenere il diritto di cittadinanza per l’intero mondo del lavoro. Per queste ragioni il sindacato può essere definito come un’istituzione ?intermedia?. Questo intreccio è ben verificabile quando l’analisi va in profondità e si concentra su un ambito delimitato e, ancor più, quando si sofferma sugli anni del dopoguerra. Qui si possono toccare con mano l’insieme dei fili che costituiscono la trama: un mondo del lavoro solcato da differenziazioni profonde e un sindacato che cerca di trovare una mediazione nella rappresentazione degli interessi sociali che in quegli anni non è affatto facile. Indicative a questo proposito sono le tensioni tra mondo bracciantile e mezzadrile, e successivamente la gestione delle grandi trasformazioni indotte dal miracolo economico (?dai buoi ai computer?). Ma ancora si può verificare lo sforzo del sindacato di affermare una presenza centrale del mondo del lavoro come soggetto ?politico? indispensabile per la ricostruzione democratica.
Sono questi tutti aspetti ben delineati dal volume che così tiene fede al suo titolo e offre un’ampia ricostruzione dello sviluppo sociale ed economico della provincia: una storia, come sostengono gli autori, dei lavoratori e del sindacato che giunge fino ad interrogarsi sugli anni più recenti e sulla funzione del sindacato in una società radicalmente mutata. La risposta che gli autori sembrano indicare è nella coniugazione delle due vocazioni storiche tipiche del movimento sindacale italiano: difesa del lavoro e della cittadinanza per il lavoratore. Ecco allora che il diritto al lavoro inteso come diritto di cittadinanza democratica e diritto civile appare come il filo conduttore di una lunga storia di queste ?istituzioni? centenarie.
Infine, un unico appunto: l’assenza di un utilizzo sistematico di una documentazione di prima mano fa apparire qualche passaggio più scontato, pensando ad altri lavori di questo genere, anche in ambiti locali non dissimili, di quanto probabilmente non sia stato nella realtà. Non si colgono cioè appieno il travaglio, le discussioni interne, anche le divisioni e i ripensamenti, che il sindacato ebbe soprattutto nei difficili anni del dopoguerra quando dal mondo del lavoro saliva una domanda di risposte immediate ai problemi materiali e alle speranze di rapidi cambiamenti sociali. Non che manchi un’efficace problematizzazione di questi nodi, ma le carte d’archivio avrebbero certo arricchito il quadro e forse restituito una minore linearità all’intera vicenda.

Lorenzo Bertucelli