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Massimo Mastrogregori – Introduzione a Bloch – 2001

Massimo Mastrogregori
Roma-Bari, Laterza, pp. 181, euro 9,30

Anno di pubblicazione: 2001

Mastrogregori è senz’altro, a livello internazionale, uno dei più qualificati studiosi dell’opera di Bloch, attorno alla quale ha apportato di recente contributi importanti, anche sul piano documentario. In questo profilo assai informato ? e corredato da un utile apparato bibliografico, e da un breve e interessante profilo di storia della critica ?, ma non di taglio semplicemente informativo, Mastrogregori mira a proporre in effetti una caratterizzazione ?forte? dell’esperienza storiografica di Bloch, chiusa alle suggestioni della tradizione romantico-storicista, e di fatto alternativa a questa in senso gnoseologico, tematico e tecnico: ?Storia economica e sociale comparata, spazio europeo, passione per il gioco elementare e ?strutturale’ dei rapporti sociali: ecco alcuni caratteri originali della storiografia blochiana? (p. 44).
Le matrici intellettuali di questo orientamento storiografico sono essenzialmente da ricondurre al dialogo ininterrotto, ma critico, e scevro di ogni subordinazione intellettuale, condotto da Bloch con la cultura sociologica ed economica francese post-durkheimiana, da Simiand ad Halbwachs, mentre credo sia da considerare marginale, nell’insieme, l’apporto del marxismo; e snodo fondamentale nel complesso sforzo blochiano di ridefinire ambiti e metodi dell’analisi storica ? anche per tutelarne e riaffermarne il rilievo conoscitivo e, più in generale, civile ? è, ancor più della grande opera sui Re taumaturghi, l’esperimento critico della maturità condotto nella Società feudale. Mastrogregori, mi sembra, localizza in queste pagine il momento più alto e consapevole del progetto scientifico blochiano, in quel tentativo di ?démontage d’une structure sociale? (p. 77) definendone componenti, relazioni, direzioni del movimento, che per lo storico ? impossibilitato a riprodurre artificiosamente esperienze ma capace di esaminarle razionalmente e di far agire i dati forniti dall’analisi critica del passato e del presente, come per Bloch era avvenuto, ad esempio, di fronte alla Grande Guerra, ?caso estremo di osservazione storica? (p. 30) ? rappresentava il solo possibile equivalente dei procedimenti scientifici di laboratorio.
Accanto a questa peculiare valorizzazione del metodo blochiano ? forse non così distante, del resto, da alcuni almeno dei presupposti della tradizione positivistica ? andranno rammentate almeno le notevoli considerazioni di Mastrogregori sulle posizioni pubbliche, e in senso lato politiche, di Bloch ? ricorderei, fra l’altro, la segnalazione delle posizioni del Bloch che ?non si stanca di sottolineare il pericolo di partecipare emotivamente e sentimentalmente ai ricordi pubblici e ai miti nazionali, sia per gli storici che per i cittadini? (p. 37) ?, sull’attenzione prestata da Bloch al problema della trasmissione dei ricordi e della costituzione della tradizione, e sulla fase estrema della vicenda umana ed intellettuale dello storico francese.

Mauro Moretti