Cerca

Massimo Moraglio – Costruire il manicomio. Storia dell’ospedale psichiatrico di Grugliasco – 2002

Massimo Moraglio
Milano, Unicopli, pp. 197, euro 14,00

Anno di pubblicazione: 2002

La storia delle istituzioni manicomiali, che mi pare stia rivivendo una stagione fortunata, si arricchisce di un nuovo contributo: quello dedicato alla vicenda del manicomio femminile e infantile di Grugliasco. In Piemonte, la prima organizzazione ospedaliera espressamente destinata all’esclusivo ricovero di folli risale al 1728, anno di costruzione dell’Ospedale dei mentecatti. La scelta di edificare la nuova sede di Grugliasco risale, invece, al 1915. Il Novecento è infatti sicuramente il secolo in cui si dispiega il processo di medicalizzazione della follia, già avviato nel corso del secolo precedente; è il periodo in cui i ricoveri subiscono un incremento di ampie dimensioni e si affinano le pratiche terapeutiche all’interno dei manicomi. Secondo una riflessione ormai acquisita, anche in questo lavoro il manicomio emerge più come un organismo complesso che non come un ?granitico monolite privo di sfaccettature (o) un apparato di oppressione classista privo di tensioni e contraddizioni? (p. 17). L’autore individua una serie di paradossi nella moderna gestione della malattia mentale: primo tra tutti quello secondo cui l’approvazione della legge del 1904, che per la prima volta regola le dinamiche degli internamenti e attribuisce poteri assoluti agli psichiatri dentro le mura manicomiali, finisce col sancire il declino della nuova stessa classe medica; gli psichiatri rinunciano infatti ad una riflessione più ampia sul loro operato e sulla funzione del manicomio, circoscrivendo il loro ruolo dentro il perimetro manicomiale. Ma il ?governo della follia? è ambito sempre più complesso: oltre ai medici, sono i funzionari amministrativi, gli enti provinciali e i loro uffici tecnici, gli ingegneri civili, i geometri, gli speculatori fondiari ed altri soggetti economici ad acquisire un ruolo sempre più importante. Le scelte relative alla costruzione del grande manicomio di Grugliasco sono prese, infatti, senza che gli psichiatri vi abbiano ricoperto un ruolo di primo piano.
La storia dell’istituto psichiatrico, ricostruita sino alla sua attuale riconversione in sede universitaria, non presenta tratti di particolare originalità; tuttavia Moraglio si sofferma su un aspetto importante: la relazione tra la cultura della follia e le sue trascrizioni spaziali, architettoniche e ambientali. Le scelte di edificare un manicomio ?a villaggio?, l’importanza assegnata all’orientamento spaziale, alla luce e alla salubrità rivelano infatti novità importanti rispetto al più noto modello panottico di tipo carcerario.
Credo, complessivamente, che molto ancora possa e debba essere scritto sulla complicata vicenda della istituzionalizzazione della malattia mentale; in modo particolare ritengo che siano ancora tutti da scrivere i rapporti che molte istituzioni manicomiali intrattennero con il loro territorio circostante. La maggiore disponibilità di fonti archivistiche agevolerà certamente l’impresa e contribuirà ad illuminare aspetti della medicalizzazione che, soprattutto se riferiti al XX secolo, appaiono davvero ancora molto oscuri.

Vinzia Fiorino