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Maurizio Bettini – Stato e assistenza sociale in Italia. L’Opera Nazionale Maternità e Infanzia, 1925-1975 – 2008

Maurizio Bettini
Livorno, Edizioni Erasmo, 290 pp., euro 17,00

Anno di pubblicazione: 2008

Il volume di Maurizio Bettini approfondisce la storia dell’Opera nazionale maternità e infanzia fondata durante il ventennio fascista. Il tema, scarsamente indagato fino a qualche anno fa anche a causa della «sparizione» dell’archivio dell’ente, ha vissuto recentemente una stagione più fortunata. Tradizionalmente sono state indagate le esperienze locali dell’Onmi e questa ricerca non rappresenta un’eccezione, trovando nell’area pisana l’ambito geografico privilegiato. Tuttavia il caso pisano è preceduto da un interessante tracciato della storia dell’Opera nazionale maternità e infanzia che, ispirata da una concezione dell’assistenza che i suoi propugnatori sostennero essere specificamente fascista, ebbe un ruolo importante nella costruzione dello Stato. Un tracciato che ripercorre le politiche sociali ? nelle loro molteplici dimensioni, non ultima quella pedagogica ? dispiegate dall’Opera e che rappresenta un valido contributo per comprendere il complesso e contraddittorio passaggio successivo dall’assistenza allo stato sociale. Fra i compiti primari dell’ente ? che il volume esamina soprattutto negli aspetti quantitativi ? vi era quello di favorire la diffusione delle norme d’igiene prenatale e infantile, sia nelle famiglie che negli istituti, anche mediante la creazione di ambulatori per la sorveglianza e la cura delle gestanti, l’istituzione di organi sanitari e di assistenza materiale quali i consultori pediatrici e ostetrico-ginecologici, i refettori materni e gli asili nido. Tali propositi, che avrebbero richiesto almeno il funzionamento efficace e capillare dell’Onmi, incontrarono un sostanziale fallimento che l’a. imputa a risorse finanziarie troppo limitate rispetto alla molteplicità delle competenze e alle implicazioni sociali, oltre a quelle esclusivamente sanitarie, che l’attività dell’Opera si trovava ad affrontare. In seguito, in particolar modo durante gli anni ’60, l’a. rileva l’incapacità dell’ente di svincolarsi dalle forme di assistenza tradizionali e di inverare la svolta «universalistica» mentre la classe politica rifiutava ogni riforma dell’Onmi in tal senso per non privarsi del sistema frastagliato delle mutue, «uno strumento di sottogoverno, di controllo e di costruzione del consenso» (p. 169). Dunque, il merito non comune del volume è quello di aver seguito le sorti dell’ente dalla fondazione fino alla soppressione nel 1975, passando attraverso la ricezione dell’Onmi da parte dell’Italia repubblicana. Una continuità giustamente rilevata da Bettini e che merita di essere ulteriormente indagata perché rilevante sul piano politico, istituzionale e simbolico. Sono molti gli spunti proposti nel volume che meriterebbero di essere approfonditi. Possibilmente con un approccio che includa anche una declinazione di genere di nodi cruciali ? ad esempio i processi di codificazione delle professioni, la costruzione sociale della maternità e dei diritti di cittadinanza ? strettamente connessi al tema trattato.

Alessandra Gissi