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Maurizio Ridolfi – Elezioni, rappresentanza e culture politiche nell’Italia liberale – 2000

Maurizio Ridolfi
Carocci, Roma

Anno di pubblicazione: 2000

Si tratta di cinque saggi, in parte rielaborati per l’occasione, pubblicati in anni recenti in riviste o in opere collettanee, legati tra loro da un comune tema, quello della storia elettorale. Nel primo contributo l’autore affronta in chiave comparativa la questione della rappresentanza politica nelle società rurali dell’Europa mediterranea, evidenziando, con preciso riferimento al caso italiano, il ruolo dei notabilati locali come agenti di mediazione tra le spinte modernizzatrici dello Stato e le forme tradizionali dell’autorità sociale. Nel secondo affronta i dilemmi degli eredi di Mazzini nel conformarsi alla vita politica dello stato liberale. Ribaltando le interpretazioni storiografiche prevalenti, l’autore dimostra come nella realtà italiana gli anni di fine secolo non abbiano rappresentato la fine di questa tradizione politica, ma come essa riuscì a rivivere nei caratteri identitari delle nuove organizzazioni che si affermarono sulla scena politica in quel periodo.
Nel terzo contributo viene invece ripercorso il contraddittorio processo attraverso il quale il Partito socialista si confrontò con il sistema elettorale dell’Italia liberale. Largo spazio viene dato alle battaglie per l’estensione del diritto di voto maschile e femminile, per il suffragio universale e alle posizioni espresse dal partito rispetto alle diverse riforme elettorali approvate dai governi liberali. A questo contributo si ricollega anche il quarto incentrato sulla figura di Alessandro Schiavi. Mosso dal chiaro intento di restituire alla figura dello studioso romagnolo il ruolo di antesignano delle ricerche storico-sociali sul comportamento elettorale e sulle culture politiche territoriali, Ridolfi individua negli studi sui collegi il contributo più innovativo offerto da Schiavi agli studi di storia elettorale e ne sottolinea la validità metodologica che ancora oggi conserva per le indagini sulle aree di insediamento delle culture politiche “bianche” e “rosse”.
Il quinto capitolo del volume riprende quest’ultimo tema soffermandosi sui “prerequisiti” e sui “caratteri genetici” della cosiddetta “Italia rossa”, le cui radici, secondo Ridolfi, vanno ricercate nell’organizzazione dello spazio sociale e politico compreso tra il collegio elettorale, il luogo di legittimazione della rappresentanza degli interessi, e il municipio, il luogo di autogoverno della comunità. L’assemblaggio dei diversi articoli risulta ben riuscito, grazie anche ad una contenuta ma densa introduzione nella quale l’autore, ripercorrendo il recente dibattito sulla “rifondazione” della storia politica italiana, spiega il rinnovato interesse per la storia elettorale registratosi negli ultimi anni con la possibilità offerta da questo settore di ricerche “di rendere più stretta la correlazione tra lo spazio del potere centrale e delle élite privilegiato dalla storia costituzionale e gli spazi più consoni alla storia sociale (i gruppi e le associazioni nella sfera comunitaria, l’ambiente e il territorio, il municipio e il potere locale)”.

Renato Camurri