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Maurizio Scaini – Israele-Palestina. Il conflitto irrisolto – 2002

Maurizio Scaini
Milano, Edizioni Unicopli, pp. 346, euro 19,00

Anno di pubblicazione: 2002

L’individuazione dei caratteri fondamentali della questione arabo israeliana palestinese è possibile procedendo solo a una rinunzia di principio: quella di leggerla in una unica dimensione. L’argomentato testo di Maurizio Scaini, docente di Geografia economica nella Facoltà di Scienze Politiche di Trieste, parte proprio da questa consapevolezza metodologica, così che dalla multidimensionalità dell’approccio scientifico alla questione deriva coerentemente l’architettura del saggio, declinato in una parte storica (i primi quattro capitoli con un quinto dedicato all’urgenza della cronaca), in un piano geopolitico (nel quale viene marcato il nodo delle risorse strategiche regionali senza dimenticare la specificità della dimensione etnico-demografica presente nell’ottavo capitolo) e infine in un’analisi che tiene conto della misurabilità delle relazioni e degli equilibri internazionali (il nono capitolo, ma anche la parte dedicata alla diplomazia del processo di pace di Oslo). Del resto, questa struttura articolata del testo è implicita nella pluralità delle variabili sottese al conflitto mediorientale che, come sostiene l’autore citando Hastings ed esprimendo parallelamente la sua tesi di fondo, contiene gli ?elementi tipici di un quadro postmoderno, particolarmente complesso: fondamentalismo, nazionalismo, discorsi autoreferenziali, eterodossia, eclettismo, marginalità, ribellione, discontinuità e frammentazione? (p. 13). Ben supportato da mappe geostoriche, la parte dedicata alla narrazione dei fatti riguardante il conflitto arabo-israeliano (descritta secondo una codificata scansione cronologica che parte dal 1948 e attraversa il 1956, il 1967, il 1973 e la guerra in Libano del 1982) richiama sempre un respiro più largo e mondiale, nel quale si ritrova l’ordito generale della politica estera delle grandi potenze non solo in Medio Oriente e le trame incrociate del più geografico dei conflitti, come ben si può rilevare dall’analisi che Scaini compie della nascita dello Stato di Israele (e della parallela mancata istituzione di quello palestinese dovuta alla responsabilità dei Paesi arabi) attraverso la Risoluzione 181/1947 ? madre di tutte le future divisioni ?, nonché dei rapporti preferenziali tra occidente e Israele che l’autore individua come strutturali a partire dagli anni Settanta. La ricostruzione storica si avvale inoltre di una bibliografia polifonica capace di evitare ogni uso politico, mentre il ricorso a fonti dirette corrobora alcuni corollari e punti di osservazione specifici.
Particolare attenzione viene riservata al dibattito attuale che ruota intorno al pregiudiziale tema geopolitico della sicurezza regionale. Scaini ha qui il merito di ragionare non soltanto sui criteri generali, ma sui dati contestuali di fondo. Con l’ausilio di tabelle di riepilogo statistico è analizzato, tra l’altro, il ruolo semicontinentale che Israele ha acquisito dopo l’accordo con la Turchia nel 1996, spesso dimenticato dalla pubblicistica europea. Tale accordo ? che riguarda l’intelligence, lo spazio aereo e la cooperazione nell’addestramento militare ? è stato foriero di un riallineamento che nessuna guerra precedente ha prodotto. L’accordo turco-israeliano permette il controllo del 90% delle acque dal Mediterraneo al Golfo Persico nonché neutralizza i sistemi militari di Siria, Iraq e Iran.

Giovanni Codovini