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Maurizio Vaglini e Cecilia Gennai – Storia delle Istituzioni sanitarie in Italia dalla fine del ?700 ai nostri giorni – 2002

Maurizio Vaglini e Cecilia Gennai
Introduzione di Girolamo Sirchia, Ghezzano-Pisa, Primula Multimedia, pp. 383, eu

Anno di pubblicazione: 2002

Leggendo questo volume a partire dalle note, appare un’interessante antologia di testi sulla storia della medicina scritti da medici fra Otto e Novecento, con una certa prevalenza di brevi scritti degli anni fra il 1940 e il 1960, spesso articoli della rivista ?Minerva medica?. Il libro è articolato in otto capitoli che abbracciano diverse tematiche: la sanità prima dell’Unità; gli ospedali dopo l’unificazione; l’organizzazione dell’amministrazione sanitaria da Crispi al Servizio sanitario nazionale (oppure: dalle opere pie ?all’epoca dei Manager?), il ?rapporto d’impiego? e ?il ruolo della donna? in ambito sanitario. L’indice, complessivamente organico, presenta qualche asperità, es.: alle ?Tecniche di costruzione degli ospedali? segue ?La trasfusione del sangue?. Esso corrisponde all’ambizioso titolo del volume, che? corrisponde assai poco ai contenuti. Scarse informazioni sui temi proposti vengono legate insieme da tessuto connettivo assai debole. La storia dell’Ospedale di Sant’Anna di Ferrara, su cui è reperibile scarsa documentazione, viene risolta soffermandosi sulla vita del fondatore e riportando articoli di un regolamento del 1890; ospedali sulla cui storia esistono documenti e studi hanno un trattamento simile. Analisi generiche della sanità pubblica nella Francia rivoluzionaria si mescolano a informazioni sulla carriera medica di Marat, sugli studi dai Gesuiti di Guillotin, sui problemi medici legati agli eccessivi ardori di Napoleone nei confronti dell’avvenente sposa. Per parlare del ruolo della donna nella sanità nel Novecento si parla di femminismo. Fonte: il Dizionario Enciclopedico di Pedagogia del? 1964. Risultato: 10 pagine dal Settecento alla legge Merlin; cinque righe dal 1958 al oggi; 10 righe su quello che appare ?il? problema sanitario femminile oggi: la mutilazione sessuale. Non mancano le chicche, ad es. su ?istinto femminile? e ruoli di cura e subordinazione (p. 352). Il titolo è, insomma, ingannevole: la promessa di un’opera di sintesi non viene mantenuta. Il volume non contiene pressoché alcun riferimento ad opere di storia sanitaria scritte da storici, e contempla anche scarsi riferimenti ad opere di storici medici che nell’ultimo ventennio non hanno mancato di portare contributi non solo alla storia sanitaria, ma anche al dialogo fra i ricercatori delle due discipline (in primis Cosmacini). Il capitolo sugli ospedali non considera lo studio di Paolo Frascani, né gli atti del CISO sugli ospedali in area padana, né il volume ISAP sulle riforme crispine, e solo rari fra i molti contributi di storici su singoli ospedali. Stessa cosa per altri temi: per le ostetriche si parte dal fascismo (cui si attribuisce il riordino e la modernizzazione della professione) tralasciando venticinque anni di ricerche storiche, forse non del tutto inutili. Assente qualsiasi riferimento all’Annale einaudiano Malattia e società, che pur con i suoi limiti è imprescindibile per chi si occupa di questi temi. L’opera tutto sommato ripropone l’antico problema del rapporto fra medici e storici nel campo della ricerca in storia sanitaria.

Claudia Pancino