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Maurizio Vaudagna (a cura di) – The Place of Europe in American History: Twentieth-Century Perspectives – 2007

Maurizio Vaudagna (a cura di)
Torino, Otto Editore, 403 pp., Euro 13,00

Anno di pubblicazione: 2007

Questa interessante raccolta di saggi costituisce un importante contributo al tentativo di ridefinire ed ampliare l’agenda degli studi sulle relazioni transatlantiche. Come viene notato nell’Introduzione, il peso e lo spazio dell’Europa nella storia americana del XX secolo si sono progressivamente ridotti, per una serie di motivi culturali e politici: da un lato, la nuova storiografia americana ha cercato deliberatamente, attraverso un approccio multiculturale e pluralista, di smantellare la tradizionale versione delle origini degli Stati Uniti come il prodotto di una fase dell’espansione dell’Europa; dall’altro, lo spostamento del baricentro politico degli Stati Uniti verso il Sud e il Sud-Ovest ha creato un clima culturale che ha reso ancora più difficile preservare quella immagine tradizionale.Questo volume si colloca invece all’interno di quegli studi che mirano a contrastare tali orientamenti e a recuperare spazio e importanza allo studio delle relazioni transatlantiche. Gran parte dei saggi contenuti nella raccolta cerca di conseguire quest’obiettivo in modo del tutto originale e in un certo senso in controtendenza, rispetto alla crescente propensione a studiare il fenomeno dell’«americanizzazione» dell’Europa. Gli aa. si sforzano infatti di sottolineare l’influenza europea nell’evoluzione culturale, storica e politica degli Stati Uniti nel corso del XX secolo, analizzando gli scambi culturali e intellettuali, le prospettive politiche, le interazioni nell’evoluzione delle rispettive politiche sociali, e l’emigrazione. I saggi spaziano così attraverso campi e settori di studio molto diversi. Giuliana Muscio, ad esempio, analizza il ruolo degli attori europei nella storia del cinema americano, sottolineando la loro molteplicità di funzioni – ad un tempo strumento di legittimazione culturale ma anche di penetrazione di potenziali mercati stranieri. Marco Mariano si sofferma sul ruolo della rivista «Life» e sulla personalità di Henry Luce nel tentativo di costruire e divulgare un’immagine della comunità atlantica che gli Stati Uniti intendono sviluppare e guidare all’indomani della seconda guerra mondiale. Mario Del Pero, in uno dei capitoli più interessanti, riflette sul tentativo di Henry Kissinger di de-ideologizzare e quindi in un certo senso di europeizzare la politica estera americana, spostandola su un piano apertamente realista: la veemente reazione dei neo-conservatori avrebbe rapidamente provocato il fallimento di questo esperimento, riducendolo sostanzialmente a una parentesi nella storia delle relazioni degli Stati Uniti con il resto del mondo. Elisabetta Vezzosi concentra invece l’analisi sul piano della legislazione sociale, interrogandosi sulle difficoltà che ancora oggi gli Stati Uniti riscontrano nell’introdurre una adeguata politica di tutela della maternità del tipo praticato nella maggior parte degli Stati europei. Nell’insieme, la ricchezza e la varietà dei saggi contenuti nel volume offrono numerosi spunti di riflessione e costituiscono un apporto originale e interessante allo studio delle relazioni transatlantiche.

Leopoldo Nuti