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Melita Richter, Maria Bacchi (a cura di) – Le guerre cominciano a primavera. Soggetti e genere nel conflitto jugoslavo – 2003

Melita Richter, Maria Bacchi (a cura di)
Soveria Mannelli (Cz), Rubbettino, pp. 353, euro 20,00

Anno di pubblicazione: 2003

Il progetto che ha condotto alla realizzazione di questo volume, come specificato nell’Introduzione, ha preso avvio dal seminario internazionale Differenze, identità, conflitti. La Jugoslavia, la sua disgregazione, l’Europa, tenutosi a Mantova nell’ottobre 1996 e promosso dal Gruppo 7-Donne per la pace. Sebbene Melita Richter ci tenga a precisare che ?l’anima [del libro] non è costituita dagli atti del convegno? (p. 19), di questa occasione si è mantenuta la rapidità e l’eterogenità dei contributi, diversificati tra loro anche dal punto di vista stilistico: ai brevi saggi si affiancano per esempio le testimonianze raccolte dalle Donne in nero (Srebrenica-Belgrado-Srebrenica. Il crimine non può essere dimenticato, gli autori devono essere puniti), il racconto epistolare su un viaggio nella Jugoslavia postbellica (Muhamedin Kullashi, Lettera di un cinese di ritorno dalla Jugoslavia), le lettere scritte da Nata?a Kandi? durante la guerra nel Kosovo (Testimonianze: Serbia, Kosovo, Montenegro). Molteplici le voci chiamate ad intervenire, che rimandano sia a intellettuali, attivisti e studiosi jugoslavi, sia ad italiani esperti della realtà balcanica. La ricchezza dei punti di vista e delle questioni messe in campo, per quanto tematizzata nella lunga Introduzione di Richter, tende tuttavia a tradursi anche in una certa frammentarietà, che da un lato esprime il disagio ? dichiarato dalle stesse curatrici ? di porsi con uno sguardo analitico di fronte alla tragicità delle recenti guerre, dall’altro indebolisce la contestualizzazione complessiva della questione jugoslava.
Il volume si articola in quattro sezioni. La prima è dedicata alla Costituzione delle identità assolutizzanti e attraverso i diversi contributi introduce alcune questioni legate alla costruzione delle identità nazionali, soprattutto in relazione alla specificità della storia jugoslava e del traumatico passaggio da una società che si definiva ?multietnica? alla ?esplosione delle nazionalità?. La seconda sezione, intitolata Da guerra a guerra, ripercorre invece le origini storiche della Repubblica Federale Jugoslava, nel contesto del secondo conflitto mondiale e richiamando la specificità dei regimi di occupazione italiani nell’area balcanica (Teodoro Sala, Occupatori e donne. Italiani in Jugoslavia). Con la sezione successiva (Resistenza delle donne: ribellioni di pace) la specificità della prospettiva di genere, presente in ogni parte del volume, viene posta al centro, grazie ad una serie di interventi che ricostruiscono specularmente la mobilitazione femminile contro le guerre e la cifra sessuata degli etnonazionalismi. La conclusione è affidata ai contributi dedicati alla guerra del Kosovo, identificato come l’ulteriore episodio di un più lungo conflitto jugoslavo, ma a partire dalla peculiarità dell’?intreccio etnico-religioso? della regione, descritto nelle sue radici storiche da Roberto Morozzo della Rocca (Etnie e religioni in Kosovo).

Silvia Salvatici