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Michael Refalo – The Maltese Commercial Class 1870-1914. Business, Families, Networks – 2010

Michael Refalo
Pisa, Edizioni Plus-Pisa University Press, XVIII-240 pp., Euro 15,00

Anno di pubblicazione: 2010

Il libro di Refalo sulla classe commerciale maltese tra XIX e XX secolo è un perfetto esempio di quella «storia sociale degli operatori economici» che Cassis e Cottrell individuavano come il filo rosso della «Financial History Review».Come l’a. puntualizza nell’introduzione, la ricerca non si propone infatti come una storia del commercio maltese, bensì come uno studio «sull’elemento umano, l’individuo e la sua famiglia» (p. XVI). Di questi attori sociali viene quindi indagata non solo l’azione economica, ma anche la sfera personale. Pagine sulle partnership commerciali, gli investimenti e il sistema del credito si giustappongono a paragrafi dedicati alle strategie matrimoniali, al look, alla vita matrimoniale e all’educazione dei figli. Tutto concorre, insomma, a meglio connotare un gruppo sociale la cui definizione – come l’a. stesso ammette (p. 15) – resta assai problematica non solo rispetto ad altre fette della società, ma anche nella sua ripartizione interna.Ancor più problematica – e di fatto irrisolta – è invece la questione della composizione nazionale della classe commerciale maltese e dell’incidenza dell’identità nazionale, religiosa e linguistica di queste famiglie sulle loro strategie economiche, sulla scelta dei soci e sulle loro reti di relazioni. Ragionare anche in questi termini avrebbe permesso d’aggiungere due elementi importanti al ricco quadro che l’a. propone, grazie peraltro a un’ampia base documentaria (stampa, carte governative, fonti giudiziarie). Da una parte, avrebbe consentito d’usare la classe commerciale maltese – al cui interno l’a. segnala la presenza di soggetti stranieri (p. 30) – come un interessantissimo laboratorio per verificare l’importanza del fattore identitario nell’agire economico di gruppi e individui in un contesto insulare e mediterraneo diverso da quelli continentali già esaminati. Dall’altra, avrebbe forse favorito una maggiore attenzione alla dimensione comparativa e una più attenta valutazione del carattere transnazionale delle reti in cui anche i piccoli commercianti spesso sono inseriti grazie alla loro appartenenza a insiemi ascrittivi fondati – appunto – su base religiosa o nazionale.In compenso, l’a. mostra sensibilità verso altri aspetti della questione. Non manca infatti in quest’indagine sul pubblico e sul privato dei commercianti isolani l’attenzione per la prospettiva di genere e un fruttuoso uso degli strumenti offerti alla ricerca storica dalla sociologia, come la network analysis. All’interno di un lavoro che – per forza di cose – ha i suoi protagonisti negli uomini d’affari, l’a. non dimentica il ruolo delle donne come attori economici capaci di dare un contributo significativo a quell’attività economica di famiglia che viene qui letta in particolare alla luce delle reti di relazione in cui sono inseriti i commercianti, i negozianti e gli imprenditori attivi a Malta.Una bella ricerca, insomma, che tra i suoi meriti annovera senza dubbio l’aver mostrato ancora una volta l’utilità del dialogo tra storia e scienze sociali.

Marco Rovinello