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Michela Mancini – Immaginando Ivanhoe. Romanzi illustrati, balli e opere teatrali dell’Ottocento italiano – 2007

Michela Mancini
Milano, Bruno Mondadori, VII-133 pp., Euro 16,00

Anno di pubblicazione: 2007

Il volume costituisce una sintetica ricostruzione della vasta e duratura diffusione in Europa, e nella nostra penisola in particolare, di Ivanhoe, l’opera di Walter Scott pubblicata a Londra nel 1820, immediatamente riconosciuta come paradigma di quel genere, il romanzo storico, che tanta e significativa fortuna – letteraria, civile, artistica, politica – avrà nel corso dell’800.Nella convinzione che la circolazione del soggetto di Ivanhoe contribuisca a definire i connotati del nuovo pubblico di lettori, si ripercorrono, innanzitutto, le vicende editoriali del libro, autentico best seller dell’epoca, presto tradotto in tutte le lingue, non solo europee, e oggetto di numerose edizioni, spesso illustrate, e di molteplici adattamenti e riduzioni; si cerca inoltre di individuare le tracce della divulgazione di motivi, storie, personaggi e ambienti del romanzo di Scott, soprattutto nel repertorio delle fonti iconografiche (dipinti, litografie, incisioni, scenografie) e nel teatro musicale (libretti d’opera e balli); si dà conto, infine, di varianti e rielaborazioni di alcuni nuclei narrativi, per esempio quello che si dipana intorno all’amore infelice di Rebecca.L’a. non manca di sottolineare gli aspetti estetici, ideologici e culturali del fenomeno. Scott elabora una formula felice – che coniuga sfondo storico e finzione narrativa, dimensione pubblica dei personaggi e vicende amorose, e prevede un ritmo incalzante, scandito da continui colpi di scena – destinata a un pubblico che cerca nella lettura un’occasione di loisir e di immedesimazione. Ivanhoe, inoltre, contribuisce, insieme ad altre testimonianze artistiche, ad alimentare l’interesse per il passato, così strettamente connesso al risveglio del sentimento nazionale, e a diffondere un’immagine del Medioevo particolarmente consonante alla sensibilità romantica; il revival del Medioevo, a sua volta, si configura come strumento di rinnovamento politico, oltre che influenzare le trasformazioni del gusto e del costume: del resto la storia, i personaggi, ma soprattutto la dovizia di descrizioni di luoghi, paesaggi, ambienti, costumi, tipica della passione antiquaria di Scott, oltre che della sua abilità nel solleticare l’immaginazione dei lettori, forniscono una patente di realismo alla cornice storica e un repertorio ricchissimo di motivi, stilemi e modelli a cui attingere.Non sempre efficace e perspicuo nella costruzione dell’impianto argomentativo e nella resa stilistica, più suggestivo che sistematico, più stimolante che esauriente, il saggio non manca, comunque, di spunti, ancorché non nuovi, di evidente interesse: particolarmente apprezzabile è l’attenzione per il carattere circolare e seriale che inizia a caratterizzare l’industria culturale dell’800, in cui testo narrativo, teatro, periodici illustrati, opere artistiche, pittura, stampa, moda tendono a creare un virtuoso meccanismo destinato ad alimentare il consumo presso strati significativamente più consistenti di pubblico, nonché l’insistenza sulla decisiva incidenza che l’immagine, effettiva per lo spettatore o ricostruita dalla fantasia per il lettore, riveste nella ricezione e nella fruizione del prodotto culturale di largo consumo.

Irene Piazzoni