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Michela Morgante – Il Canale e la Città. Il Consorzio Canale Camuzzoni nel primo Novecento – 2006

Michela Morgante
Verona, Cierre, 187 pp., euro 12,50

Anno di pubblicazione: 2006

«Sono mancati sinora, in Italia ? avverte l’autrice ?, studi e ricognizioni sistematiche in materia di moderni canali industriali» (p. 16). È questa la scommessa che affronta Michela Morgante, studiosa di storia urbana contemporanea, con un volume sul canale idrico Camuzzoni, uno dei pochi realizzati ex novo, non sovrapposti, cioè, a tracce lasciate da precedenti antichi canali. Il volume è diviso in due parti. La prima si intitola Il Consorzio Camuzzoni, un agente di trasformazione territoriale nella Verona del primo Novecento. L’arco di tempo considerato nello studio è compreso tra il 1898, data di creazione del Consorzio, e l’inizio della seconda guerra mondiale, anni strategici per il sistema economico veronese che scopriva la potenzialità dello sfruttamento economico delle acque dell’Adige e una significativa vocazione industriale. Morgante avverte subito, specificando in questo anche il «taglio» del libro, che il Canale non fu solo un’opera idraulica, «un oggetto fisico inerte, depositato come puro segno sul territorio » (p. 25), ma elemento di forte impatto nello sviluppo urbano di Verona, con cui intrecciò un dialogo complesso fino al definitivo suo inglobamento nella città, diventandone, anzi, elemento costitutivo del paesaggio. Nonostante la compiuta analisi sulle fasi di progettazione, sugli ampliamenti successivi, sul dialogo tra tecnici e ingegneri, il lavoro scongiura il pericolo dell’arida scheda tecnica e lo fa intrecciando le vicende complesse dell’opera con temi di portata generale relativi al dibattito d’inizio secolo sulle municipalizzazioni, sul rapporto centro-periferia nella politica energetica nazionale, sulla tutela delle acque e sulla nascente cultura di difesa dell’ambiente, infine sulle scelte politiche sottese alla bonifica integrale. Questo fitto dialogo trova punto di convergenza negli uffici del Consorzio di gestione del Canale, costituitosi nel 1898. Con tale atto il Comune di Verona fu affiancato nelle decisioni sull’esercizio del Canale da grossi imprenditori. Morgante segue così le convergenze e divergenze fra gli interessi, spesso in conflitto, tra componente privata e componente pubblica. La prima intenderà il Canale come erogatore di servizi collettivi, come propiziatore di occasionali investimenti edilizi, mentre la seconda, il Comune di Verona, appare «stretta fra la logica del servizio pubblico e interessi comuni di sviluppo economico, le fughe in avanti dei singoli imprenditori e il ruolo naturale di garante assunto vero gli utenti del canale» (p. 60). La parte giocata dal terzo attore, ovvero le autorità di controllo statali, ? dato significativo ? rimarrà, pure in epoca fascista, marginale. «L’appoggio di politici nazionali ? sottolinea Morgante ? è risorsa importante come l’acqua; ciò nonostante le mosse conclusive si fanno localmente, sul territorio, alla periferia del sistema» (p. 23). La seconda parte del volume, intitolata L’Archivio storico del Consorzio canale industriale Camuzzoni, riporta i criteri di riordino e l’inventario dell’Archivio del Consorzio di gestione del Canale curato dalla stessa ricercatrice.

Alessandro Baù