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Michele Luzzati, Cristina Galasso (a cura di) – Donne nella storia degli ebrei d’Italia – 2007

Michele Luzzati, Cristina Galasso (a cura di)
Firenze, Giuntina, 641 pp., Euro 40,00

Anno di pubblicazione: 2007

Il volume raccoglie gli atti dell’ultimo dei convegni di «Italia Judaica» (il primo si era svolto nel 1981), realizzati dal Ministero per i Beni e le attività culturali italiano e da alcune università israeliane. Il convegno, scrivono i curatori nella Premessa, «aveva l’intento di coniugare, per la prima volta, storia degli ebrei d’Italia e gender history» (p. 7) – intento un po’ attenuato dal titolo: perché non dire, come nella Premessa, «storia delle ebree d’Italia»? Dei 30 saggi, 19 riguardano i secoli dal ‘400 al ‘600, 5 l’800, 4 il ‘900: cifre che rispecchiano lo stato degli studi. Per l’età contemporanea, malgrado alcune ottime ricerche recenti, vale ancora quel che disse dieci anni fa Anna Foa, in un convegno a Reading su Le donne delle minoranze. Le ebree e le protestanti d’Italia (a cura di C. H. Honess e V. R. Jones, Torino, Claudiana, 1999): «La storia della donna ebrea in Italia è ancora un terreno oscuro, in cui solo alcune porzioni sono illuminate da fari deboli e di raggio limitato» (p. 11). I saggi sull’età moderna (alcuni dei quali riprendono temi già affrontati in ricerche più ampie dai rispettivi aa.) riguardano la storia della famiglia, della sessualità, della religiosità femminile, delle comunità e dei loro rapporti con la società cristiana. Compaiono anche ritratti e profili biografici, come quelli di Perla e Stella nel saggio di Michele Luzzati sugli ebrei a Lucca e di Allegrezza e Dolcetta in quello di Micaela Procaccia sulle ebree romane. In quest’ultimo emerge il più interessante filo rosso che lega questa parte del volume: la ricerca di tracce di autonomia e potere femminili, in parte legati a norme dalla Halachà e talvolta maggiori per le donne ebree che per quelle cristiane (tesi già formulata nelle opere di Cecil Roth e più tardi di Kenneth Stow). Dalle analisi del lavoro femminile nei ghetti (Luciano Allegra) a quelle dei testamenti (Elisabeth Borgolotto e Emilia Garruto in Toscana, Alessandra Veronese a Treviso, Angela Scandaliato in Sicilia, Carla Boccato a Venezia) e dei processi (Rossella Rinaldi a Bologna, Anna Esposito e Diego Quaglioni per i tristemente famosi processi contro gli ebrei di Trento del 1475-1478), i margini di autonomia femminile si ampliano o si restringono in modi particolarmente interessanti nei periodi di crisi e di passaggio, come mostrano i due saggi, particolarmente ricchi, legati in diverso modo alla questione delle conversioni, di Cristina Galasso sul ritorno all’ebraismo dei cristiani nuovi di Livorno e Pisa e di Marina Caffiero sui diritti di patria potestà delle madri ebree e convertite a Roma. I cinque saggi sull’800 riguardano l’educazione femminile (Maddalena Del Bianco Cotrozzi e Carlotta Ferrara degli Uberti) e la condizione sociale, economica e culturale delle donne della borghesia ebraica (Tullia Catalan, Barbara Armani, Mirella Scardozzi). Tra i saggi sul ‘900, quelli di Anna Bravo e Liliana Picciotto affrontano con taglio diverso ma ugualmente fecondo il tema tanto difficile quanto cruciale, divenuto solo di recente oggetto di attenzione storiografica, della specificità femminile nella Shoah.

Anna Rossi-Doria