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Miguel Andrés Malagreca – Queer Italy. Contexts, Antecedents and Representation – 2007

Miguel Andrés Malagreca
New York, Peter Lang, 278 pp., Euro 25,40

Anno di pubblicazione: 2007

Contributo originale germogliato nell’ambito dei queer studies, posti solitamente all’incrocio degli interessi di ricerca coltivati nei dipartimenti di letteratura e antropologia culturale, il saggio di Malagreca, ricercatore argentino e psicanalista lacaniano, affronta alcuni aspetti della storia politica e culturale del movimento gay nell’Italia contemporanea.La ricerca prende le mosse dall’incontro della multiforme identità culturale e psicologica dell’a. (argentino con avi europei, gay dichiarato e emigrato negli USA per motivi di studio e lavoro, poi in Italia per motivi sentimentali) con le scottanti questioni suscitate in Italia dalla lotta per le unioni civili a favore degli/le omosessuali e di gran parte di coloro che si situano fuori dell’ambito dell’eterosessualità normativa e delle norme di genere maschile e femminile dominanti: in una parola dei queer, vale a dire delle persone cosiddette «anormali».Il saggio si sviluppa partendo da una sofisticata premessa metodologica, incentrata sul discutibile concetto psicanalitico di «desiderio»: il vissuto diventa qui parte indissolubile della conoscenza scientifica e consente di scandagliare l’ambiguità e la mutevolezza dei costrutti culturali apparentemente più solidi, ossia quelli alla base dei sistemi identitari collettivi relativi a sessualità e genere. Durante la lettura ci accompagna costantemente lo sguardo critico e compartecipe, finanche empatico, dell’a. Il che non inficia tuttavia la validità scientifica della ricerca. Inoltre, come l’a. più volte sottolinea, la sua condizione di straniero in Italia ha il merito di conferire all’analisi una prospettiva privilegiata sulle varie manifestazioni della queerness.Segue una ricca ricostruzione di carattere diacronico che parte dal debutto della cultura emancipazionista ad opera dalle prime personalità «omofile» italiane, le quali patrocinarono una visione favorevole dell’omosessualità e del transessualismo. Vi è poi la cupa fase del fascismo, rischiarata dal contributo pionieristico ma isolato dello scienziato Aldo Mieli, animatore della rivista «Rassegna di studi sessuali» fino al suo esilio in Francia nel 1928. Nel secondo dopoguerra innegabili sono state le intersezioni del discorso e delle pratiche politiche femministe sulla cultura del movimento italiano per i diritti di gay, lesbiche e transessuali. Ponendosi in parte sulla scia del femminismo, i collettivi omosessuali del principio degli anni ’70 sono stati autentici precursori di produzione culturale e pratica politica queer, indirizzando una critica demolitrice verso tutti i modelli culturali e comportamentali a forte pretesa di naturalità. L’opera di Mario Mieli Elementi di critica omosessuale è esaminata come paradigma di tale stagione. Si descrive infine la nascita di Arcigay negli anni ’80 in relazione al processo generale di «americanizzazione» degli omosessuali, sorta di omologazione strategica finalizzata all’acquisizione di diritti sostanziali. Essa sfocia sull’odierna impasse tra richiesta di politiche autenticamente progressiste del movimento gay e sordità delle forze politiche che avrebbero dovuto farsene carico.

Alessandro Scurti