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Mimmo Franzinelli – Le stragi nascoste. L’armadio della vergogna: impunità e rimozione dei crimini di guerra nazifascisti 1943-2001 – 2002

Mimmo Franzinelli
Milano, Mondadori, pp. 418, euro 18,60

Anno di pubblicazione: 2002

Il volume è suddiviso in quattro parti. La prima, intitolata Eccidi e violenze contro le popolazioni, pone in evidenza l’incapacità delle autorità fasciste repubblicane di impedire all’alleato tedesco il ricorso reiterato alla violenza contro i civili, culminato in stragi efferate. L’autore richiama l’inefficacia delle proteste di Mussolini, la collaborazione prestata da elementi fascisti italiani a unità tedesche nelle rappresaglie e nei massacri di civili, il ricorso a questi sistemi di lotta anche da parte di molti reparti fascisti (le brigate nere), il ?ribaltamento dei ruoli? che in alcuni casi si ebbe, con i tedeschi che cercarono di frenare l’azione violenta dei ?camerati? italiani.
La seconda parte, intitolata Processi scomodi, è dedicata al fallimento della giustizia nel dopoguerra. Fallimento sia nei confronti dei fascisti italiani colpevoli di crimini di guerra sia nei confronti dei criminali tedeschi. Franzinelli si sofferma soprattutto sulla questione dei criminali tedeschi. Nonostante la disponibilità di un ingente materiale d’accusa, solo un numero esiguo di essi fu perseguito penalmente. Parte da tribunali militari britannici (ad es. Maeltzer, von Mackensen e Kesselring), parte da tribunali militari italiani (ad es. Kappler e Reder). L’autore sottolinea le gravi responsabilità della Procura Generale Militare e dei governi da cui la Procura dipendeva. Il ?congegno della rimozione di Stato? (cap. VI) prende avvio dalla centralizzazione delle inchieste presso la Procura nell’agosto 1945 e culmina nella decisione del gennaio 1960 di archiviare nell’?armadio della vergogna? gli oltre duemila fascicoli contenenti le inchieste e gli atti di accusa. Franzinelli indica come fattore esplicativo il mutamento dell’atteggiamento anglo-americano verso la Germania, divenuta con la guerra fredda un prezioso alleato da tutelare, e richiama la corrispettiva evoluzione dei rapporti italo-tedeschi, fino alla nota presa di posizione dell’ottobre 1956 del Ministro degli Esteri Gaetano Martino contrario ad una richiesta di estradizione di criminali di guerra tedeschi. Una maggiore attenzione alla documentazione del Ministero degli Esteri, disponibile e per altro già utilizzata in alcuni lavori storiografici, avrebbe permesso di ricostruire meglio la vicenda e di cogliere ad esempio il nesso fra questione dei criminali tedeschi e questione dei criminali italiani.
Nella terza parte (Gli scheletri nell’armadio), l’autore presenta un ?campionario rappresentativo? di episodi di violenza denunciati nei fascicoli insabbiati, illustrando in particolare quattro casi di stragi impunite.
Nell’ultima parte, intitolata I conti (parziali) con il passato, Franzinelli ricostruisce la gestione dei fascicoli dopo il ritrovamento nel 1994 dell’?armadio della vergogna?. Molto efficaci i due capitoli conclusivi dedicati alla strage del campo di Fossoli, rimasta impunita, e alle violenze commesse nel campo di Bolzano, per le quali viceversa il Tribunale militare di Verona ha condannato all’ergastolo Michael Seifert. La sentenza dimostra per l’autore ?la possibilità del ristabilimento della giustizia? (p. 269).

Filippo Focardi