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Miti e ideologia nella politica estera DC. Nazione, Europa e Comunità atlantica (1943-1954)

Paolo Acanfora
Bologna, il Mulino, 253 pp., € 24,00

Anno di pubblicazione: 2013

Il libro affronta il modo in cui la Dc nell’immediato dopoguerra, per superare lo
status di paese sconfitto dell’Italia e legittimarne il reinserimento nel nuovo contesto internazionale,
ha elaborato una nuova immagine del paese, richiamandosi in un primo
tempo alla civiltà latina, all’identità latina della nazione italiana, per approdare all’Italia
nazione europea e occidentale. Basandosi su un’ampia documentazione archivistica, l’a.
ricostruisce, attraverso il modo in cui è stata declinata l’identità nazionale italiana, le
scelte concrete effettuate per fondare la politica estera dell’Italia repubblicana. Particolarmente
interessante è la connessione che egli introduce tra identità e mito politico.
Per la classe dirigente democristiana evocare l’identità latina, europea e occidentale della
nazione doveva servire a creare nuovi miti, che fossero in grado di «mobilitare il consenso
delle masse, per suscitare entusiasmo e partecipazione» (p. 12). Il mito quindi nel senso
sempre inteso da De Gasperi, come idea-forza mobilitante e riferimento per combattere
altri miti. Il mito della civiltà latina, evocato soprattutto dai gruppi legati a Gronchi e a
Dossetti, con l’affermarsi della visione degasperiana finisce per cedere il passo all’interno
del partito alla declinazione europea e atlantica dell’identità nazionale. Il modo in cui l’a.
ripercorre la svolta verso l’inserimento nel mondo occidentale, con il conseguente processo
di occidentalizzazione dell’identità nazionale, di cui mette in risalto la gradualità e la
cautela, rafforza e arricchisce un aspetto già noto alla ricerca storica. La ricostruzione del
dibattito interno alla Dc, soprattutto attraverso l’antagonismo tra Dossetti e De Gasperi,
illustra molto bene sia la difficoltà a far emergere un’alternativa a De Gasperi, sia le diverse
progettualità politiche presenti nel mondo democristiano.
All’interno dell’opzione occidentalista, è l’idea d’Europa che gradualmente acquista
forza. Europa come mito nell’accezione soreliana, come «mito di pace» per De Gasperi,
per abbandonare i miti nazionalisti del passato. L’Europa era un’idea-forza, ma non fu
subito associata a un preciso progetto politico, e non in particolare alla prospettiva federalista.
L’elaborazione di una decisa politica europeista democristiana ha avuto una lenta
maturazione, e il lavoro di Acanfora ne sottolinea gli elementi «originali e distintivi» (p.
113). La svolta in senso federalista che De Gasperi compie alla fine del 1951 durante
i negoziati per il progetto di Comunità europea di difesa ha portato a definire una linea
politica che puntava all’integrazione politica europea. La mancata ratifica della Ced
rappresenta il fallimento dell’europeismo degasperiano, che chiude una stagione politica
e per l’a. è «una sconfitta ideologica» (p. 244), tanto sul versante dell’atlantismo che
dell’europeismo. Nonostante questo fallimento, la Dc degasperiana aveva forgiato la nuova
identità politica dell’Italia, l’identità occidentale. Una più approfondita analisi avrebbe
forse aiutato a comprendere perché secondo l’a. un sentimento di appartenenza europea
si sia comunque radicato nell’identità nazionale italiana.

Marinella Neri Gualdesi