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Monica Donaglio – Un esponente dell’élite liberale: Pompeo Molmenti politico e storico di Venezia – 2004

Monica Donaglio
Venezia, Istituto veneto di scienze, lettere ed arti, pp. IX-323, euro 28,00

Anno di pubblicazione: 2004

È puntuale e documentato il volume di Monica Donaglio, avente per oggetto il veneziano Pompeo Molmenti (1852-1928), finora maggiormente conosciuto come storico che come politico. L’autrice, sorretta da un ampio scavo archivistico e documentario, da una corretta ricognizione storiografica e da un arioso dettato linguistico, ha articolato l’opera secondo quattro direttrici d’indagine, autonome e al contempo complementari.
Gli anni della formazione in un contesto laico e permeato dallo spirito risorgimentale, non senza acclarate simpatie per la sinistra mazziniana e garibaldina, fanno registrare il transito dai primi interessi letterari e pubblicistici ad un’idea ?totale? di storia e di storiografia, un’idea legata alla produzione erudita e filologica di matrice positivista, alla ?visione veneto-centrica? dei suo maestri Fulin e Stefani (p. 54), ma anche tributaria di certa temperie europea (Taine, Boullier, Ranke, Burckhardt), nonché rivolta ad un pubblico più vasto, dilatata negli interessi, ma non sempre supportata dal necessario vigore problematico: di questa composita attività molmentiana prodotto più significativo è La storia di Venezia nella vita privata (1880) che, con le sue sette edizioni e le diverse traduzioni in lingua straniera, conferì fama e credito all’autore. Segue poi la ricostruzione della carriera politica, iniziata nel 1876 all’ombra del patron Luigi Luzzatti e proseguita con incarichi municipali tra Venezia e il Bresciano nell’alveo del liberalismo moderato: un liberalismo che, a detta di Molmenti, aveva il compito, nella prospettiva di una strutturazione partitica (che non si verificherà mai), di secondare laicamente riforme in comparti nevralgici quali l’istruzione e l’assistenza e di scongiurare gli attacchi ?sovversivi? delle forze antisistema, clericali in primis (anche se più tardi egli sarebbe transitato nelle sponde del clericomoderatismo, restando su posizioni conservatrici-luzzattiane). Ampio spazio ha pure l’attività parlamentare ? esplicatasi prima come deputato tra 1890 e 1909 e, dopo questa data, come senatore ? resa possibile dalle reiterate affermazioni elettorali in un collegio-rifugio come quello bresciano-salodiano, dal ricorso a collaudate reti particolaristico-clientelari e, non ultimo, dal fortunato matrimonio con Amalia Brunati, rampolla di una famiglia di industriali. In tale attività, culminata nel 1919 nella nomina a sottosegretario per le Antichità e Belle Arti, Molmenti si impegnò soprattutto in difesa delle opere d’arte e dei monumenti, nella salvaguardia dei centri storici cittadini e nell’organizzazione delle istituzioni culturali.
Il volume, corredato anche da analitici apparati iconografici, euristici e bibliografici, si chiude con gli ultimi anni del politician veneziano, che rimase fedele al suo ?spirito nazionale? e ai principi liberali sia durante la Grande Guerra ? con il passaggio dal neutralismo iniziale ad un interventismo ?lealista? ? e poi con la decisa, ma progressiva presa di distanza dal regime fascista, non senza aver firmato nel 1925 il Manifesto crociano degli intellettuali antifascisti.

Marco Severini