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Monica Miniati – Les ?Emancipées?. Les femmes juives italiennes aux XIXe et XXe siècles (1848-1924) – 2003

Monica Miniati
Paris, Honoré Champion, pp. 308, euro 55,00

Anno di pubblicazione: 2003

All’interno della storiografia sull’Ebraismo italiano ottocentesco, ricca ormai di apporti originali e di un vasto spettro di lezioni metodologiche, questo di Monica Miniati è il primo contributo rivolto all’analisi dell’universo femminile. Condotto soprattutto sulla falsariga della stampa periodica ebraica (che l’autrice ha il merito di rivalutare come deposito dell’immagine femminile comunitaria) e facendo tesoro di un ricco e proficuo scavo archivistico in diversi organismi ebraici, il libro rintraccia il discorso sulle donne e delle donne ebree lungo un arco di tempo che va dalla seconda emancipazione agli albori sionistici italiani. La costruzione di una specifica identità ebraica femminile, tra modelli imposti e fughe in avanti, non vale tanto per sé e all’interno delle disimmetrie di genere: essa in realtà viene utilizzata come una straordinaria risorsa per arricchire e complicare il processo culturale d’integrazione vissuto dalla diaspora italiana in quegli stessi anni: le ?emancipate?, allora, assumono un significato rafforzativo di un processo che interessa la comunità ebraica tout court.
Valori ebraici e valori condivisi fanno infatti della donna la maggiore responsabile della permanenza dell’identità. La centralità della famiglia nella santificazione della vita quotidiana, secondo l’Ebraismo tradizionale, si trasforma negli anni seguenti all’emancipazione e una volta allentato il vincolo comunitario, nel luogo strategico di mediazione tra Ebraismo e mondo circostante. E si tratta anche di una famiglia in cui l’elemento femminile diventa doppiamente centrale: lo è per l’Ebraismo, che da norma di comportamento rilevante per tutti gli ambiti della vita sociale si ?privatizza’ in componente religiosa rispetto alla comunità universalizzante dello Stato; lo è per il mondo circostante, in cui la dicotomia pubblico/privato assume in maniera apodittica un’angolazione di genere.
Le donne ?emancipate? si trovano dunque sul discrimine di un duplice compito. In quanto ebree, spetta a loro mantenere e trasmettere la tradizione in seno al focolare domestico e salvaguardare la coesione di gruppo trasformando il proprio ruolo di madri in benefattrici ed educatrici di tutto l’ambiente comunitario. Ma in quanto italiane, quest’ultimo impegno tende ad estendersi in un arco d’azione più vasto, quello della nuova società civile. È in questa duplicità di ruoli che Monica Miniati rintraccia le tensioni della questione femminile ebraica in Italia per tutto il XIX secolo.
L’impegno femminista e l’adesione al sionismo possono così rivelarsi le due più rilevanti risposte delle donne al magistero rabbinico, preoccupato unicamente di mantenere saldo il vincolo comunitario. Due forme specifiche di ?autoemancipazione’, ma non asimmetriche né conflittuali. Nell’esaltazione comune dei principi dell’educazione, dell’istruzione, della maternità intesa come valore sociale, le donne ebree rivisitano la propria specificità religiosa e culturale senza piegarla ad esigenze di separazione, ma cercando di attingere quel livello ?universale’ che all’epoca si faceva gravare sulla nazione.

Francesca Sofia