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Musik und Musikwissen- schaft im Umfeld des Faschismus. Deutsch-italienische Perspektiven. Musica e musicologia all’epoca del fascismo. Prospettive italo-tedesche

Stephanie Klauk, Luca Aversano, Rainer Kleinertz (a cura di)
Sinzig, Studio Verlag, 283 pp., € 48,00

Anno di pubblicazione: 2015

Il volume analizza la storia della musica italo-tedesca in quanto campo di battaglia per l’egemonia culturale tra paesi nazionalistici prima e tra dittature fasciste concorrenti e alleate poi, mostrando come a fare gli ideologi siano stati i musicologi (ad es. Riemann, Torrefranca, Schnoor). I 20 saggi del libro (in equilibrio perfetto tra le due lingue e con una felice combinazione tra autori di chiara fama e giovani ricercatori) contribuiscono alla decostruzione delle mistificazioni musicali nazionalistiche che hanno influenzato anche il secondo dopoguerra e illustrano l’importanza della musica per i regimi fascisti. Quello nazista appare fissato con il divieto della musica «degenerata» (jazz, musica dodecafonica, compositori ebrei) mentre attraverso l’altra, «sana», vuole ribadire un primato nazionale (la musica strumentale «tedesca» assurta a paradigma della «vera» musica «seria»). L’al- leanza dell’Asse creò sì dei forti scambi musicali, ma in Italia l’avanguardia continuò ad esprimersi pubblicamente.

Lutz Klinkhammer