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Nadia Ciani – Fuori da un secolare servaggio. Vita di Argentina Altobelli – 2011

Nadia Ciani
Roma, Ediesse, 266 pp., Euro 14,00

Anno di pubblicazione: 2011

Edito in occasione del settantesimo anniversario della morte, il volume ricostruisce la biografia di Argentina Altobelli, una delle figure femminili più significative del movimento operaio italiano. L’azione di Altobelli vi è delineata non solo in relazione alla militanza sindacale, ma in quanto protagonista del socialismo italiano. Ne emergono quindi i rapporti con altre figure di spessore del socialismo, da Anna Kulisciov, con cui ebbe un’intensa corrispondenza, a Costa, Turati, Rigola e Mazzoni. L’a. rievoca l’impegno di Altobelli ai congressi femministi socialisti, la lotta per la concessione del diritto di voto femminile (evidenziandone peraltro una significativa evoluzione del pensiero, fino a collocarla su posizioni più avanzate di quelle della dirigenza socialista (pp. 98 e 116), il sostegno al disegno di legge Kuliscioff del 1902 per la tutela delle lavoratrici (p. 76).Ma l’ambito sul quale si concentra il volume è quello del movimento contadino, con un’attenzione specifica alla fase costitutiva antecedente la Grande guerra. Ne vengono percorse le tappe che condussero Altobelli alla direzione della Federterra, organizzazione che guidò dal 1906 fino al suo scioglimento ad opera fascista. In un mondo agricolo sovente declinato solo al maschile, il volume denota una sensibilità particolare per le tematiche legate al lavoro femminile, descrivendo l’impegno profuso da Altobelli a tutela delle avventizie e delle risaiole, l’estensione della legislazione relativa al lavoro delle donne e dei fanciulli anche al settore agricolo, il sostegno alle mondine di Molinella (p. 58). La prospettiva del volume si amplia però nella descrizione delle lotte agrarie – prevalentemente bracciantili – nel Nord Italia d’età giolittiana, dell’infaticabile opera di organizzazione volta ad ottenere migliori condizioni contrattuali, a contrastare la disoccupazione, ad ottenere il controllo degli organismi del collocamento.Merito del volume è l’individuazione nell’azione di Altobelli di alcuni nodi problematici, peraltro già noti alla storiografia del movimento contadino, che forse avrebbero meritato un’analisi più approfondita. In primo luogo il rapporto complesso fra Partito e Sindacato, i cui contrasti Altobelli tese a smussare. L’a. definisce così la posizione della dirigenza del Psi come una «opposizione ideologica, sterile e senza sbocco», giudicando invece più efficace la linea riformista di Altobelli, che la condusse ad aderire al Partito socialista unitario di Turati e Matteotti. In secondo luogo l’a. indica lo sforzo compiuto dalla Federterra per una maggiore comprensione del mondo mezzadrile. Sforzo che però rimase, a suo avviso, sostanzialmente incompiuto poiché, nonostante importanti vittorie in Toscana ed Emilia, la visione politica della Federterra rimase centrata sulla preminenza del bracciantato e sulla prospettiva di socializzazione della terra. Una posizione che l’a. giudica «pura astrazione, veleggiante com’è in uno spazio completamente avulso dalle forze economiche in gioco in quel momento», dimostrando così un «pericoloso distacco dalle esigenze reali del mondo agricolo» (pp. 232-233).

Matteo Baragli