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Nelly Valsangiacomo (a cura di) – Le Alpi e la guerra. Funzioni e immagini – 2007

Nelly Valsangiacomo (a cura di)
Lugano, Casagrande Editore, 389 pp., Euro 20,00

Anno di pubblicazione: 2007

Questo testo presenta gli atti di un convegno svoltosi nel 2004 in Svizzera, all’interno di un progetto dedicato alla memoria delle Alpi attraverso e oltre i confini, un tema che ha assunto un peso significativo anche nell’attività più recente della SISSCO. L’interesse per questa pubblicazione, dunque, va al di là dei suoi contenuti talvolta discontinui e un po’ frammentari, perché segnala una crescente strutturazione nello spazio pubblico della ricerca europea di una prospettiva transnazionale nello studio di determinate e peculiari aree come l’arco alpino, delle loro interdipendenze e relazioni, culture e identità. Le questioni sono evidentemente molte e, come in tutti i convegni, trattate a un diverso livello di approfondimento e con una diversa capacità analitica o intento comparativo. Da questo punto di vista l’assenza dell’area tedesca e slovena (e soprattutto della Grande guerra) è purtroppo un limite. La struttura del libro è su tre parti: la seconda guerra mondiale; il «vivere la guerra alla frontiera alpina» a quel tempo; le immagini e la memoria delle Alpi.Nel testo sono riscontrabili elementi di ricostituzione di un percorso identitario macro-regionale delle Alpi e delle sue società e culture locali. Un vero «ponte simbolico» fra le nazioni, che trova segnali ricorrenti negli ultimi anni a più livelli, fra cui quello politico e quindi anche sul piano storiografico proprio a partire dalla peculiarità svizzera, un ponte sanguinosamente condizionato nel passato dalle dinamiche belliche (le Alpi come «centro» di esse). Questa esperienza macro-regionale di ricerca in ogni caso è ben modulata attorno a nuove o ritrovate permeabilità comunicative della società locale rispetto alle fratture delle identità nazionali (la tradizione degli scambi legali e illegali e le Alpi come rifugio, ma anche le donne antifasciste «di frontiera» o la riflessione istituzionale sull’autonomia e sul federalismo), tutti elementi che ridefiniscono e riscoprono una specificità dei confini nell’arco alpino quale «vago pascolo», come recita il titolo di un saggio introduttivo. Il volume tocca a più riprese la questione cruciale dell’impatto che la seconda guerra mondiale ha avuto nella modernizzazione delle Alpi sul piano simbolico e funzionale, grazie all’apertura forzata da essa imposta. Un rilievo peculiare hanno i saggi legati alle questioni militari, sia di carattere più specialistico ma comunque sensibili alla rappresentazione simbolica (la posizione internazionale del Piemonte, il «ridotto alpino repubblicano» o le truppe alpine francesi nel 1940); sia quelli più attenti al mutamento dei costumi legati ad esempio alla presenza in Svizzera di rifugiati stranieri e prigionieri evasi, ma anche alla circolazione turistica dei militari alleati successiva alla guerra, portatrice di stili di vita e di confronti inediti per l’epoca. Un’attenzione specifica è infine dedicata alle istituzioni culturali ed alle strategie mediatiche, siano la Radio della Svizzera italiana durante il conflitto, siano la memoria museografica post-bellica, siano la letteratura e la produzione intellettuale.

Pietro Causarano