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Nicola Del Corno e Vittorio Scotti Douglas (a cura di) – Quando il popolo si desta?.1848: l’anno dei miracoli in Lombardia – 2002

Nicola Del Corno e Vittorio Scotti Douglas (a cura di)
Milano, Franco Angeli, pp. 223, euro 18, 50

Anno di pubblicazione: 2002

Ennesimo prodotto delle celebrazioni del 150° anniversario della rivoluzione nazionale (sono gli atti di una giornata di studi organizzata nel 1999 dal Comitato di Milano per la Storia del Risorgimento), questo volume ha però a suo merito l’aver raccolto saggi che hanno quasi tutti come specifico oggetto d’indagine il Quarantotto (parzialmente eccentrico rispetto al tema è infatti solo il saggio di Giorgio Bigatti sulle trasformazioni urbanistiche a Milano tra 1815 e 1865) e non il prima o il dopo, come spesso è avvenuto nei volumi collettanei usciti in questi ultimi anni. I sette contributi quarantotteschi poi ruotano intorno a due assi portanti: la partecipazione popolare alla rivoluzione; il dibattito politico che si svolge nei mesi del Governo provvisorio. Si tratta di temi classici della storiografia sul Quarantotto lombardo, dei quali in questo volume vengono offerte, accanto ad efficaci sintesi, nuovi tentativi di lettura. E’ questo il caso del saggio di Vittorio Scotti Douglas che esamina l’insurrezione milanese dal punto di vista delle barricate (come erano formate, da dove nascevano, che ruolo militare avevano), una prospettiva che può valersi di alcuni recenti studi di carattere comparativo europeo (La barricade, sous la direction de Alain Corbin e Jean-Marie Mayeur, Paris, 1997), ma i cui suggerimenti analitici forse l’autore non sfrutta fino in fondo. Anche Roberto Balzani riesamina il confronto tra moderati e democratici nella Milano liberata dagli austriaci alla luce di un tema scarsamente preso in considerazione dalla storiografia, ossia quello della legalità rivoluzionaria. Questa rappresenta un costante punto di riferimento dei democratici, ma nello stesso tempo una delle cause principali della loro subalternità al governo moderato. Al rispetto di una legittimità basata sul suffragio popolare (il voto d’annessione) e sulla conservazione dell’ordine, i democratici sacrificano infatti ogni possibilità di reale cambiamento degli equilibri politici durante la rivoluzione, finendo per indirizzare le loro energie verso l’educazione politica e la costruzione di una cultura politica repubblicana. Nonostante questi limiti ?strategici?, la polemica sui giornali tra moderati e democratici è particolarmente aspra, come testimonia il saggio di Nicola Del Corno che focalizza la sua attenzione soprattutto sulle posizioni assunte rispetto alla scelta istituzionale.
Il mondo delle campagne di fronte alla rivoluzione è oggetto invece dell’intervento di Maria Luisa Betri, che si muove sulle tracce dei pionieristici studi sul tema di Franco Della Peruta. L’autrice mostra come la crisi annonaria del 1846-1847 si innesti sul diffuso malumore contadino contro il governo, facilitando così l’estendersi del sostegno alla rivoluzione. Un appoggio che verrà progressivamente a mancare in seguito all’immobilismo sociale del governo provvisorio e alla condotta della campagna militare.
Completano il volume un saggio di carattere generale sul Quarantotto in Lombardia di Franco Della Peruta e due saggi su Brescia (Sergio Onger) e Bergamo (Giovanni Thiella), che ricostruiscono vicende e personaggi della rivoluzione nelle due città lombarde.

Enrico Francia