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Nicola D’Elia – Democrazia e ?modello inglese?. Eduard Bernstein scrittore politico nell’esilio di Londra (1890-1901) – 2005

Nicola D’Elia
Firenze, Centro Editoriale Toscano, pp. 300, euro 20,00

Anno di pubblicazione: 2005

Dopo aver animato il dibattito di generazioni di intellettuali e politici nel corso dell’800, la questione del ?modello inglese? ? espressione con cui storicamente si sono definiti i caratteri del costituzionalismo parlamentare britannico ? è tornata di recente all’attenzione degli studiosi. Il volume di D’Elia si pone in questo filone di ricerca e ricostruisce la ricezione del modello inglese nelle riflessioni del padre del socialismo revisionista tedesco: quell’Eduard Bernstein che negli anni dell’esilio londinese ebbe modo di conoscere direttamente il funzionamento del sistema politico britannico.
Rispetto agli studi tradizionali, tesi a ricondurre soltanto al fabianesimo e al sindacalismo britannico le influenze dell’Inghilterra sul pensatore socialdemocratico, D’Elia allarga lo sguardo al modello politico-istituzionale nel suo complesso, per dimostrare che tanto il funzionamento del sistema rappresentativo quanto il ruolo delle amministrazioni locali, tanto la natura dei partiti quanto i contenuti della legislazione sociale entrarono nel quadro di riferimento delle elaborazioni dottrinarie di Bernstein. Fu, quindi, anche grazie al confronto con l’esperienza inglese che Bernstein si convinse che l’SPD doveva abbandonare ?sia l’idea di un passaggio improvviso dalla società capitalistica al socialismo, sia quella di una forma di dominio politico concepita nei termini della ?dittatura del proletariato’ e basata sul modello rivoluzionario giacobino? (pp. 39-40).
Individuati nel parlamentarismo e nelle riforme politiche i punti di forza del sistema inglese, la cui progressiva democratizzazione sarebbe stata garanzia della ?liberazione economica? del proletariato, Bernstein si soffermò a considerare anche la politica estera britannica nell’intento di correggere la tradizionale posizione di condanna del movimento socialista nei confronti dell’imperialismo. Respingendo la politica coloniale sciovinista e aggressiva, l’intellettuale tedesco ammetteva invece quella tesa a promuovere nel mondo i valori di libertà e democrazia. In Inghilterra, infatti, non solo la classe operaia era tendenzialmente favorevole al colonialismo ma quest’ultimo aveva un’inclinazione ?democratica e libertaria? volta a razionalizzare i legami tra la madrepatria e le colonie e a ottenere la loro rappresentanza nel Parlamento imperiale.
Grazie a un ricco apparato documentario, il libro mostra come l’esempio inglese e le influenze del movimento radicale britannico diedero un contributo decisivo alla riformulazione in chiave revisionista degli obiettivi e delle strategie della socialdemocrazia tedesca; che, secondo Bernstein, avrebbe dovuto battersi innanzi tutto per l’affermazione in Germania della democrazia parlamentare e farlo mediante l’alleanza con le forze del liberalismo progressista, proprio come era successo in Inghilterra tra il liberalismo gladstoniano e il movimento operaio. E se nell’Impero guglielmino, ancora dominato dallo spirito reazionario dell’aristocrazia feudale, questo obiettivo fallì, ciò diede la misura dell’antagonismo anglo-tedesco alla vigilia della guerra mondiale: un antagonismo che, per Bernstein, più ancora che economico e militare era ideologico e politico.

Giulia Guazzaloca