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Nicola Labanca (a cura di) – Fare il soldato. Storie del reclutamento militare in Italia – 2007

Nicola Labanca (a cura di)
Unicopli, Milano, 221 pp., Euro 14,00

Anno di pubblicazione: 2007

Il volume collettaneo curato da Nicola Labanca raccoglie gli interventi presentati ad un seminario organizzato dal Centro interuniversitario di studi e ricerche storico-militari e si colloca in un settore della storiografia italiana, quello relativo alla «histoire militaire in un’ottica di superamento dell’histoire bataille» (p. 13), per cui «da noi è difficile parlare di una vera e propria tradizione di studi storici» (p. 17), soprattutto a confronto di quanto si registra in altre tradizioni storiografiche come quella francese.Esso rappresenta dunque il tentativo di offrire una prima risposta alla domanda con la quale lo stesso curatore apre la propria Introduzione, quella circa il ruolo della coscrizione militare universale obbligatoria e dell’esercito di leva nella formazione e nel consolidamento della nazione italiana (p. 7).Per l’ampiezza dei suggerimenti bibliografici, la precisione delle informazioni sullo stato di conservazione e sull’effettiva disponibilità della documentazione ed anche per le ridotte dimensioni entro cui sono costretti da un volume che si presenta assai snello, più ancora che porsi come ricerche compiute, i dodici contributi contenuti nel libro – peraltro estremamente eterogenei per arco cronologico e geografico coperto – sembrano rappresentare piuttosto piccoli saggi delle notevoli potenzialità di fonti come la pubblicistica, le liste di coscrizione, gli ego-documenti (diari e corrispondenza) e soprattutto i fogli matricolari (veri e propri dossiers personali dei soldati, a volte versati negli archivi di Stato competenti per territorio a volte ancora conservati nei distretti militari), invitando dunque quanti si occupano di storia sociale dell’Italia liberale, fascista e repubblicana a sfruttare questo patrimonio documentario in maniera più intensa.Attraverso le storie di garibaldini (Eva Cecchinato) ed alpini (Pier Luigi Scolé), dei valdostani impegnati nella Grande guerra (Giorgio Rochat e Stefania Tormena), dei comaschi inviati Oltremare (Matteo Dominioni) e dei «volontari di Mussolini» (Giorgio Rochat), e ancora dell’evoluzione del sistema di reclutamento italiano (Filippo Cappellano) e del rapporto tra coscrizione e modernizzazione del paese (Marco Mondini), oltreché attraverso una disamina di natura sostanzialmente quantitativa sui dati relativi alla coscrizione obbligatoria in età repubblicana sino alla sua «sospensione» nel 2000 (Nicola Labanca e Fabrizio Battistelli), è infatti possibile, da un lato, osservare in una prospettiva nuova fenomeni tradizionalmente studiati ricorrendo ad altre fonti (l’emigrazione maschile, il progresso tecnologico, la «questione romana», ecc.), e dall’altro indagare, magari in una prospettiva comparata, le dinamiche sociali, politiche e culturali che caratterizzano la peculiare via italiana alla costruzione dello Stato-nazione e del sentimento di appartenenza alla patria.

Marco Rovinello