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Nicola Labanca (a cura di) – I Gruppi di combattimento. Studi, fonti, memorie (1944-1945) – 2006

Nicola Labanca (a cura di)
Roma, Carocci, 237 pp., euro 21,00

Anno di pubblicazione: 2006

Nel 1944 gli Alleati autorizzarono la costituzione di sei divisioni «leggere», chiamate Gruppi di combattimento, perché accompagnassero l’avanzata anglo-americana lungo la penisola. Per la prima volta un numero significativo di italiani combatteva fianco a fianco con gli Alleati nella campagna d’Italia e non era più impegnato soltanto nelle retrovie in compiti logistici e di fatica. Questi quasi 50.000 uomini rappresentarono una novità sotto vari aspetti: per la qualifica di combattenti, per la loro entità e anche perché tra essi vi furono numerosi volontari. La presenza dei volontari è stata spesso trascurata dalla storiografia, perché nel clima della guerra fredda era difficile raccontare la storia dei rapporti tra reparti partigiani e reparti regolari del 1944-1945. L’adesione di giovani partigiani, spinti ad arruolarsi volontariamente per combattere agli ordini degli ufficiali «badogliani» dagli ambienti e da tutti i partiti della Resistenza, rappresenta «una delle più singolari e al tempo stesso più significative chiavi per comprendere quale unione di forze diverse fu la Resistenza al nazifascismo in Italia» (pp. 59-60) e dimostra che «la volontà di liberare il Paese e di cacciare i nazifascisti era forte nella popolazione, che la patria non era morta né la volontà di combattere per essa, nonostante il crollo di un regime militaristico e nonostante anni di guerra e privazioni» (p. 49). Il volume è diviso in una prima parte di Studi, aperta da un lungo e articolato saggio di Nicola Labanca sulla storiografia relativa a militari e Resistenza; seguita dall’analisi compiuta da Hubert Heyriès sull’atteggiamento dei francesi verso i Gruppi, un atteggiamento contrastante tra «diffidenza, disprezzo e rifiuto del nemico, pragmatismo e contingenza» (p. 82); conclusa infine da Mario Montanari con la descrizione delle operazioni cui hanno partecipato i reparti regolari italiani. La seconda parte è dedicata alle fonti bibliografiche e a quelle archivistiche, per opera di Gian Luca Balestra e di Arianna Franceschini, che curano anche le ricche appendici documentarie al volume: la bibliografia e le fonti dell’Archivio dell’Ufficio Storico dello Stato maggiore dell’Esercito. La terza parte del volume, relativa alla Memoria, inizia con la storia del comune di Alfonsine, liberato dal Gruppo «Cremona» (di Giuseppe Masetti), cui seguono i ricordi dei volontari senesi (Vittorio Meoni) e dei romagnoli partigiani del Bianconcini-Folgore (Giuliano Lenci); la presentazione di un’associazione di reduci da parte di Luigi Poli anticipa una nota di Giovanni Bucciol. Inquadrando le questioni storiografiche più significative, presentando le carte archivistiche e la letteratura specifica, infine raccogliendo testimonianze di reduci, l’opera permette di indirizzarsi alle fonti con una prospettiva di analisi rinnovata e critica, scevra dalla retorica che solitamente abbonda intorno a questo tema.

Gian Luigi Gatti