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Nicola Labanca, Pierluigi Venuta – Bibliografia della Libia coloniale 1911-2000 – 2004

Nicola Labanca, Pierluigi Venuta
Firenze, Olschki, pp. LXXXI-183, euro 27,50

Anno di pubblicazione: 2004

Strumento nuovo e utile è questa bibliografia sulla Libia coloniale, frutto della sinergia tra Nicola Labanca, uno dei massimi storici dell’espansione italiana, e Pierluigi Venuta, studioso di cultura e storia della storiografia arabo-islamica, ricercatore sul campo presso il Lybian Studies Center di Tripoli.
Nei due saggi introduttivi, gli autori ribadiscono l’incomunicabilità tra gli studi italiani degli anni Cinquanta e Sessanta, prodotti da ricercatori attivi in epoca coloniale o da loro eredi, e la produzione storiografica degli studiosi libici o arabi, continuata fino agli anni Novanta. Il senso della bibliografia di Labanca e Venuta sta proprio qui: colmare, per l’Italia, questo vuoto di memoria storiografica, spiegandone anche le ragioni; far conoscere gli studi libici per reagire alla rimozione dei capitoli più controversi e delicati del colonialismo italiano, come la repressione della resistenza, e per opporsi al pregiudizio coloniale che da un paese ex suddito, considerato culturalmente arretrato, potessero uscire studi seri. Dai primi anni Settanta, in realtà, una consistente produzione storiografica è stata incentivata dal regime di Mu’ammar al-Qadhdhafi che ha spinto politicamente sul mito fondatore della resistenza all’Italia. L’emigrazione dei giovani libici verso le università occidentali, consentita dalle mutate condizioni economiche, ha poi dato un contributo determinante in questo senso (tema sviscerato nel saggio di Venuta). La conoscenza del patrimonio di studi libici è, secondo gli autori, essenziale per comprendere la vicenda storica degli italiani in Libia e della società libica dall’età liberale al fascismo, per ragionare sull’impatto dell’invasione del 1911 o sugli effetti del programma di ?civilizzazione? di Italo Balbo, sull’italianizzazione e sulla repressione.
L’inclusione di titoli occidentali e arabi, solo sulla Libia coloniale e non sul colonialismo in generale, dalla guerra italo-turca ? e non da prima ? al 2000, rende specifica questa bibliografia in senso storico, geografico e cronologico. Sempre entro gli stessi limiti, viene anche considerata la produzione internazionale. Questa ricerca, sottolinea Labanca, deriva da una ?cumulazione? di materiali bibliografici e archivistici. Per la parte occidentale sono stati esaminati cataloghi e repertori di monografie e di periodici già disponibili, conservati presso la Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze, trattando in modo distinto le opere coloniali (due terzi della bibliografia) da quelle postcoloniali. Per la parte araba invece la ricerca si è svolta su documenti originali con una parte significativa dedicata alle fonti (testimonianze orali sulla resistenza all’Italia, traduzione di materiali europei in lingua araba). In entrambi i casi sono state escluse le monografie inferiori alle cinquanta pagine e la pubblicistica prodotta dalle istituzioni statali.
L’integrazione tra la storiografia araba e quella italiana ? ora possibile grazie a questo volume ? offre gli strumenti, come scrive Labanca, per un salto di paradigma alla comprensione storica, allargato alla storia della società colonizzata, dei coloni e dei colonizzatori e non solo puntato sulla dimensione politica.

Enrica Bricchetto