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Orazio Cancila – I Florio. Storia di una dinastia imprenditoriale, – 2008

Orazio Cancila
Milano, Bompiani, 735 pp., euro 25,00

Anno di pubblicazione: 2008

Il libro racconta la storia dei Florio, una tra le più prestigiose famiglie italiane di imprenditori. La vicenda comincia nella Calabria del ’600 e ha il suo punto di svolta alla fine del ’700, quando i Florio si trasferiscono a Palermo. Ha così inizio la straordinaria ascesa della famiglia, giocata sull’intreccio vincente di commercio e artigianato cui si aggiungono, nel corso dell’800, l’industria (ittica ed enologica), i servizi (compagnie di navigazione) e la banca (Banco Florio). Relazioni esclusive, strategie matrimoniali per la definitiva legittimazione sociale (non più «semplicemente» borghese), abilità imprenditoriali e speculative costituiscono insieme tanto i fattori funzionali alla costruzione di un vero e proprio potentato economico quanto il trampolino di lancio che proietta la famiglia nel jet set dell’aristocrazia nazionale e internazionale. Verso la fine dell’800 la fama dei Florio si è estesa in tutto il continente e oltreoceano: il loro nome è simbolo di ricchezza, mondanità, stile e bellezza; anche Palermo, la capitale del loro impero, ne è investita e diviene luogo d’incontro del capitalismo nazionale e dell’alta società euro pea. Ma è proprio al volgere del secolo che i Florio inciampano in una combinazione fatale di errori gestionali e di tristi vicende personali: ha inizio la «lunga agonia» che si consumerà nel cupo periodo fra le due guerre, quando la famiglia si ritrova «in maniche di camicia», ripiombando nelle condizioni di partenza.IFlorio rappresentano un «caso eccezionale», che nell’immaginario collettivo, soprattutto siciliano e meridionale, si è coperto di una spessa patina di leggenda e mito. Già altri studiosi, come Barone, Candela, Giuffrida, Lentini, con studi specifici, e altri ancora con analisi non propriamente dedicate, hanno contribuito a restituire concretezza storica al destino di questa famiglia legato a doppio filo a quello della Sicilia contemporanea, ma si sono concentrati quasi tutti su aspetti o epoche particolari, spinti da interrogativi storiografici diversi.In questa corposa biografia della dinastia, il cui archivio privato è andato disperso, l’a. restituisce unità all’intera vicenda e ne rivela aspetti inesplorati, frutto di un ventennio di ricerche su documenti inediti, rintracciati in archivi nazionali e regionali, statali e parrocchiali, di istituzioni pubbliche e private. Sicché, rispetto alle precedenti acquisizioni, è originale la parte calabrese della storia familiare e decisamente più circostanziata la ricostruzione della parte novecentesca.Benché più descrittivo che interpretativo, questo lavoro vorrebbe smentire la tesi del complotto nordista che avrebbe provocato il crack dei Florio (e danni a tutto il Meridione). A provocarne il crollo sarebbero state invece ragioni endogene, prime fra tutte le speculazioni azzardate e le debolezze dissipatrici. Forse è vero, ma l’interpretazione dell’a. non convince del tutto, soprattutto per un eccesso di procedimento indiziario. Probabilmente, alla solidità dei risultati molto avrebbe giovato un approccio di tipo comparativo o l’applicazione di categorie esplicative offerte dai recenti studi sul «capitalismo familiare» e dalla business history.

Michele Romano