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Paola Casana – Le costituzioni italiane del 1848-49 – 2001

Paola Casana
Appunti delle lezioni dell’a.a. 2000-2001 di Storia del diritto italiano II, Tor

Anno di pubblicazione: 2001

È il sottotitolo a dare la chiave di lettura di questo volume. Dopo avere tracciato, nel primo capitolo, il ?quadro politico ed ideologico?, nel secondo l’autrice sviluppa un ?esame comparativo? delle Carte. Anche se il volume conferma come i quattro ottriati siano da tenere distinti dai due redatti da assemblee a diverso titolo costituenti, la scelta è quella di uno studio d’insieme. Prima della conclusione, in cui giustamente si sottolinea come ?il punto di scontro ideologico sia stato sul ruolo che la monarchia avrebbe avuto nel disegno costituente quarantottesco? (p. 76), nel terzo capitolo viene sviluppata un’analisi delle tre carte siciliane, la Costituzione del Regno delle Due Sicilie, lo Statuto del Regno di Sicilia e l’Atto costituzionale di Gaeta per la Sicilia. È l’occasione per l’autrice di osservare che ?questa comparazione ci permette di cogliere, in tutte le loro sfumature e attraverso esempi concreti, le soluzioni proposte intorno ai punti più problematici dalle varie ideologie del costituzionalismo italiano: da quelle avanzate dagli schieramenti più democratici che diedero vita alla Carta separatista di Palermo, a quelle più conservatrici incarnate nell’Atto di Gaeta, a quelle moderate rappresentate dallo Statuto del Regno delle Due Sicilie? (pp. 73-4). Come si vede si tratta di categorie tradizionali, che ben poco concedono al rinnovamento degli studi sul passaggio del 1848-49, sviluppatisi negli ultimi anni, anche grazie alla spinta delle celebrazioni del centocinquantesimo anniversario, e di cui pure vi è qualche traccia nella bibliografia, anche se per esempio non si fa menzione del persuasivo saggio comparativo di A. Chiavistelli su Stato e Costituzione (in Università, simboli istituzioni, note sul ’48 italiano, a cura di R.P. Coppini, Pisa, Pacini, 2000).
La parte più corposa del volumetto (pp. 79-160) consiste nell’appendice, che riproduce il testo delle Carte costituzionali del ’48-49 italiano, come pubblicati nella classica raccolta curata nel 1958 da Alberto Aquarone, Mario D’Addio e Guglielmo Negri. Di questa il volume riprende anche i refusi. Così continua ad essere raddoppiato, fino alla veneranda soglia dei cinquant’anni, il limite d’età per l’eleggibilità al Consiglio generale del Granducato di Toscana, che invece l’art. 31, come tutte le altre carte esaminate nel libro, fissava a venticinque.
Mentre forse si potrebbe affidare al sito Internet del Quirinale (che già meritoriamente contiene lo Statuto albertino) o a quello delle Camere la fedele pubblicazione dell’insieme delle Costituzioni quarantottesche, potrebbe essere utile tentare di fare un passo avanti nell’apparato documentario. Una strada ad esempio potrebbe essere quella di redigere una sorta di testo sinottico coordinato, quantomeno di quelli che Raffaele De Cesare studiò già più di un secolo fa come ?i quattro statuti?, intrecciandolo, come già aveva fatto caso per caso Cortese, con gli esempi europei che sono anche modelli e di cui Casana invece fa una menzione solo incidentale.

Francesco Bonini