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Paola Monzini – Gruppi criminali a Napoli e a Marsiglia. La delinquenza organizzata nella storia di due città (1820-1990) – 1999

Paola Monzini
Meridiana Libri, Catanzaro

Anno di pubblicazione: 1999

In questa sua prima monografia l’a., ricercatrice presso lo United Nations Interregional Crime and Justice Research Institute di Roma, ci racconta in una sorta di sineddoche storica la biografia di due città, Napoli e Marsiglia, attraverso l’analisi dell’evoluzione dei loro gruppi criminali, la camorra e il milieu.
L’arco cronologico preso in esame è diviso in tre fasi (la “archeologia” sino al primo decennio del Novecento, il “periodo d’oro” che si interrompe nel 1970, l’ultimo ventennio), e per ognuna di esse l’a. apre lo sguardo su Napoli per spostarlo poi su Marsiglia (o viceversa) e chiudere con considerazioni comparative.
Lo studio utilizza una vasta mole di letteratura storiografica, sociologica e criminologica, con riferimenti preferenziali alle teorizzazioni della scuola di Chicago e agli studi, tra gli altri, di Alan Block e Peter Reuter. Solo per l’analisi più recente (dagli anni trenta in avanti per Marsiglia, l’ultimo ventennio per Napoli) si avvale anche di fonti di prima mano, documenti giudiziari e di polizia integrati con interviste. Ne deriva una asimmetria nello spazio che ciascuna delle tre fasi storiche occupa all’interno dell’opera (rispettivamente 22, 57 e 69 pagine, con un andamento inversamente proporzionale alla loro ampiezza cronologica), ed una diversa efficacia: la terza parte, più ricca di storie individuali e di confronti, è senz’altro la migliore.
Nonostante la complessità del testo, sia per l’oggetto della ricerca che per un costante e in certi frangenti troppo insistito riferimento alla letteratura specialistica, che rende talvolta l’argomentazione poco fluida, l’approccio analitico risulta convincente e condivisibile: l’a. individua i gruppi criminali in base ad alcune variabili (struttura organizzativa; capacità di ricorrere alla violenza; norme e convenzioni interne; gestione di attività economiche illecite e legali), e li descrive non come semplici antagonisti dei sistemi legali, ma come soggetti funzionali e complementari ai sistemi sociali presi nel loro complesso.
L’andamento carsico comune ai gruppi criminali di Napoli e Marsiglia, l’alternarsi di fasi di articolazione e disarticolazione, dipende quindi in massima parte dalla continua riconfigurazione di questo rapporto tra l’underworld criminale e le istituzioni preposte al controllo dell’ordine pubblico, alla gestione degli spazi della rappresentanza politica e, in anni a noi più vicini, al governo dell’economia ed alla erogazione pubblica delle risorse.
E se alla fine del libro ci imbattiamo nelle “trasformazioni divergenti”, cioè nella crescita della articolazione criminale a Napoli proprio mentre a Marsiglia il milieu viene spinto definitivamente verso la marginalità sociale, la ricostruzione storica acquista inevitabilmente nel primo caso i caratteri di una attribuzione di (ir)responsabilità a un’intera classe dirigente, cittadina e non.

Gianluca Fulvetti