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Paolo Bricco – Olivetti, prima e dopo Adriano. Industria cultura estetica – 2005

Paolo Bricco
Napoli, L’Ancora del Mediterraneo, pp. 198, euro 16,50

Anno di pubblicazione: 2005

La ricerca di Bricco esamina le caratteristiche e le vicende della società Olivetti dagli anni della guida di Adriano ai due decenni successivi alla sua scomparsa, ossia dalla metà degli anni Trenta alla fine degli anni Settanta. Bricco assume e alterna un duplice ordine di criteri. Il primo descrive i valori della cultura d’impresa dati da Adriano alla sua società; il secondo rende conto dei risultati economici ricorrendo all’analisi dei bilanci societari. Adriano Olivetti per studio dell’organizzazione industriale di matrice americana, per riflessione solitaria sulla filosofia personalista e comunitaria dei francesi Maritain e Mounier, per socialismo cristiano di famiglia e di elezione, elabora e attua un’idea di fabbrica che è solidale con l’innovazione, il rispetto dell’ambiente, i servizi sociali ai dipendenti, il design bello e funzionale dei prodotti e delle architetture di lavoro.
Anche tramite 24 illustrazioni di prodotti ? in bianco e nero e a colori ? Bricco narra di un primato industriale che è innanzitutto un successo culturale. Il nome del movimento politico fondato da Adriano ? ?Comunità? ? sarà anche il marchio di una casa editrice, di una rivista, della stagione riformistica della cultura italiana. Un po’ più tardi seguiranno le grandi mostre d’arte, organizzate direttamente dalla Olivetti e allestite in giro per il mondo. A quella scala di valori cercherà di restar fedele, dopo la scomparsa di Adriano, il management che assume la direzione del gruppo. Le difficoltà di mercato e interne sono però crescenti. Da una parte l’errore di non ricapitalizzare e dall’altra la totale incomprensione da parte del governo e del sistema politico-industriale nel suo complesso obbligano il figlio di Adriano, Roberto, a cedere il controllo a una cordata di salvataggio in cui emerge la Fiat di Valletta, che ravvisa nella Divisione elettronica il peso morto della Olivetti. Intorno alla metà degli anni Sessanta si chiude per sempre l’orizzonte dell’informatica italiana, appena nata in casa Olivetti.
Quanto al secondo dei criteri, Bricco riproduce in appendice le principali poste dei bilanci di gruppo dal 1960 al 1980: personale, fatturato, situazione finanziaria e patrimoniale. L’analisi dei dati si intreccia di continuo con la narrazione delle strategie di produzione e di riorganizzazioni aziendali e commerciali e delle decisioni di sviluppo e lancio dei nuovi prodotti degli anni Settanta. Tra questi emergono due autentici primati mondiali: il primo computer desktop al mondo, chiamato P101, e la prima macchina per scrivere elettronica (la ET101). Tuttavia la spinta progettuale non riesce a invertire l’erosione finanziaria. Nel 1978 l’ambizioso finanziere Carlo De Benedetti acquisirà a poco prezzo il controllo del gruppo e lo piloterà secondo tutt’altro modello di espansione e di obiettivi. La società Olivetti sarà sciolta ufficialmente nel 2003; ma la ricerca di Bricco si arresta sulla soglia della ?terza metamorfosi? della Olivetti, dopo quella gloriosa del fondatore e quella ardua e contraddittoria del management che gli succedette.

Emilio Renzi