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Paolo Ghezzi – Sophie Scholl e la Rosa Bianca – 2003

Paolo Ghezzi
Brescia, Morcelliana, pp. 230, euro 16,50

Anno di pubblicazione: 2003

?Non dimenticate che ogni popolo merita il governo che tollera!? Sono le parole conclusive del primo dei sei volantini distribuiti tra maggio-luglio ’42 e febbraio ’43, che causarono l’arresto e la condanna a morte per ghigliottinamento di quattro studenti poco più che ventenni (Hans e Sophie Scholl, Alexander Schmorell e Willi Graf) e di un professore (Kurt Huber) dell’Università di Monaco. Erano i principali protagonisti della Wei?e Rose, Rosa Bianca, tra i gruppi più noti della resistenza tedesca al regime hitleriano, di cui Ghezzi ? tra i suoi principali studiosi in Italia ? ripercorre le vicende, seguendo la storia di Sophie Scholl, unica donna e la più giovane del gruppo.
Attraverso testimonianze indirette, gli scambi epistolari, il diario, e i verbali degli interrogatori della Gestapo, Ghezzi ricostruisce il percorso esistenziale di questa giovane ? sottraendola a un processo di mitizzazione ? nell’intreccio con le vicende della sua famiglia, in particolare del fratello Hans (promotore e leader della Rosa Bianca), e dei suoi principali amici. Sophie subirà l’ambigua seduzione della propaganda del regime militando entusiasticamente in un primo momento nella Gioventù Hitleriana, ma prendendone successivamente le distanze in nome di quei principi di libertà e autonomia di coscienza che proprio i nazisti avevano deformato e calpestato. Insieme al fratello si avvicinerà così a gruppi giovanili alternativi di dissenso, nutrendosi di letture ?proibite? (ad es. Mann, George, Dostoevskij) e di stimoli filosofici come Aristotele, Tommaso d’Aquino, Agostino, Nietzsche (letture citate in un’apposita appendice accanto ad un’altra biografica dei personaggi legati alla Rosa Bianca).
Attraverso il confronto con autori del ?risveglio cattolico francese?, mediati in Germania da figure come Muth e Haecker, con i quali Sophie e i suoi amici entrarono in contatto, avvenne il decisivo passaggio dall’?emigrazione interna? a un’esplicita resistenza politica. I volantini della Rosa Bianca esprimono non solo una convinta testimonianza cristiana, ma anche un’obbedienza alla legge della coscienza, un’opposizione culturale al nazismo e un rifiuto del militarismo, proponendo nel contempo un progetto politico, federalista ed europeista, e concrete indicazioni per una resistenza passiva. Il tentato aggancio alla Rote Kappelle di Harnack e il progettato viaggio di Hans Scholl a Berlino, per contattare il gruppo Bonhoeffer, evidenzia la volontà di collegarsi ad altri movimenti di resistenza realizzando un progetto comune di lotta al nazismo.
Il percorso di Sophie Scholl e della Rosa Bianca non solo è ancora oggi tragicamente affascinante e provocatorio, ma rivela anche, più che il sostanziale isolamento del gruppo, le espressioni, spesso contraddittorie, di una realtà sociale del dissenso nel Terzo Reich. Una realtà sociale, ricca di sfumature, che invece, nell’immagine di una certa storiografia corrente italiana, appare ancora troppo spesso schiacciata da una manicheistica contrapposizione tra un popolo, passivo attore di una demoniaca politica della macchina statale e di partito, da una parte, e un popolo di ?volenterosi carnefici? e realizzatori di un pensiero unico monoliticamente ed entusiasticamente condiviso e accettato, dall’altra.

Andrea D’Onofrio