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Paolo Macry (a cura di) – Quando crolla lo Stato. Studi sull’Italia preunitaria – 2003

Paolo Macry (a cura di)
Napoli, Liguori, pp. 431, euro 20,50

Anno di pubblicazione: 2003

Lettura ponderosa e pungente, fra le più incisive dell’anno trascorso. Mimetizzata fra le pubblicazioni dell’Università di Napoli, ha dietro un convegno napoletano del 2000 e un progetto interuniversitario del 1998. Bella, rivelatrice, l’angolatura crepuscolare, guardando dalla quale cambia tutta la prospettiva: il disfarsi, in luogo del farsi; e ? pur nell’ovvia dialettica delle circostanze e delle forze ? il venir meno degli Stati preunitari, in luogo della costruzione della nazione e dello Stato unitario: con tutte la varianti e gradazioni del cedere e del cadere. Fenomenologia del crollo, annuncia nella sua intensa apertura Paolo Macry, animatore e coordinatore dell’impresa: che è poi un’opera aperta, niente affatto riducibile al genere e al sapore conclusivo degli atti. Sono in larga misura studiosi meridionali, attirati dal se, come, quanto e quando vengano meno in particolare le strutture materiali e immateriali e la fedeltà ai Borboni, ma lo sguardo di qualcuno degli autori e comunque del lettore, il mio in particolare, si allarga ad altri trapassi, ad altre strutture ? anche strutture in quanto persone, cioè equilibri di opportunità e convenienze ? in bilico fra due epoche, legalità, legittimazioni, e anche rappresentazioni di sé. A chi, a che cosa essere fedeli; chi, che cosa abbandonare e ? agli occhi di chi resiste ? tradire. Spaccato specifico, ottocentesco, dunque; ma anche tipologia comportamentale, di chi, in una società e in uno Stato che stiano cambiando, sceglie la propria parte e se stesso; se, quanto e in che momento cambiare anche lui. Si aprono intrecci affascinanti, d’ordine non solo politico, ma identitario e recitativo. Temi e titoli quali Ambienti in bilico (Armiero), Come saltare il fosso (Marmo), Cambio di regime (Caglioti), Pubblici funzionari e crollo dello Stato (Marco Meriggi): tracolli e palingenesi dell’io e del noi, ieri e ? perché no? ? nel 1922, nel 1943-45 o nel 1989 e sino ad oggi.
I personaggi sono quelli delle élites meridionali, quindi, tra le fonti, gran carteggi e giornali. Musella analizza gli spazi mentali in cui si viene formando il ?Risorgimento?, cioè le reti degli esuli, quel che si dicono, come commentano le notizie, quali e quante notizie arrivano ecc. Certo, progetto, convegno e libro si sottraggono a visioni sabaudiste o unificazioniste, teleologiche e obbligate. Gli autori non possono dirsi in blocco dei nostalgici, neppure dei ?revisionisti? in senso corrente, anche se non manca nella densa discussione finale la voce di Martucci, non proprio un innamorato del moto nazionale, vigorosamente bilanciato e contraddetto da Banti e Soldani; lucidi e agguerriti anche gli interventi di Benigno, Civile, Davis, Rao, Viola

Mario Isnenghi