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Paolo Sorcinelli – Una storia da manicomio. Avventure di un finto vescovo che morì dentista – 2008

Paolo Sorcinelli
Milano, Bruno Mondadori, XIV-146 pp., euro 12,00

Anno di pubblicazione: 2008

Come è noto a chi li frequenta con regolarità, gli archivi manicomiali sono veri e propri scrigni, ricchi di cronache e personaggi il cui interesse va oltre il ristretto orizzonte della storia della follia. Dopo le affascinanti avventure di Ettore Zaniboni riportate alla luce da Marisa Azzolini nel 2006, è ora il turno di Paolo Sorcinelli di offrire al piuttosto monocorde arcipelago storiografico la storia del falso seminarista sacerdote benedettino e vescovo che morì dentista Galileo B. da Fossombrone.Il breve e prezioso testo di Sorcinelli, pur praticando metodologie differenti ma analoghe scelte narrative, come l’alternanza delle sequenze cronologiche, ha un antenato: il volume di Patrizia Guarnieri l’Ammazzabambini (1988), al quale va riconosciuto il merito di aver arricchito il modo di fare storia sulla scorta della documentazione psichiatrica e giudiziaria. Come per la Guarnieri, in Sorcinelli il biografismo non diviene mai fine a se stesso o mero sommario di avvenimenti bizzarri. Ambisce, invece, attraverso lo sguardo inclinato della storia esemplare, «a mettere a fuoco aspetti, meccanismi e punti deboli degli apparati» (p. XI) medici e giudiziari che, volta per volta, di Galileo B. si occupano. Non solo: «Nella vicenda di Galileo ? continua Sorcinelli ? la trama si allarga e scavalca le mura dell’ospedale psichiatrico» (p. XII) investendo i meccanismi culturali e politici e le relazioni familiari, mentre la sua cartella clinica «diventa a poco a poco un contenitore, un laboratorio in cui il caso è minuziosamente smontato, ricostruito e ricomposto avvalendosi di differenti tasselli testimoniali, ognuno dei quali fissa la realtà da diversi angoli visuali [?]» (pp. 32-33).Ordinario di Storia sociale, Sorcinelli ha una lunga dimestichezza con le fonti psichiatriche. Dimestichezza che si riflette nei capitoli di un racconto ben scritto, mai scontato e capace di coinvolgere il lettore nella scoperta del destino di Galileo B. dalla prima all’ultima riga. Due gli appunti che, credo, si possano muovere al volumetto. In primo luogo, un apparato bibliografico circoscritto, con una sola eccezione, agli studi anteriori agli anni ’90, con l’omissione di quanto di più stimolante è stato scritto sul tema follia negli ultimi quindici anni. Ma questa, beninteso, può essere una scelta voluta dell’a. (e un segnale). In secondo luogo, a fronte dell’impegno a ricostruire la coerenza del racconto sulla base di carte manicomiali costituite da frammenti incomposti di biografia, una ribadita ed in parte necessaria propensione dello storico al gioco delle congetture non verificabili e, perciò, spesso sterili. D’altro canto, si rammenta nel libro, la storia non è mai una sola. Come sciogliere, allora, il rebus Galileo B., personaggio pirandelliano da «uno, nessuno e centomila»? La soluzione offertaci da Sorcinelli, sempre rispettosa della «intimità di una vicenda troppo privata e a tratti indecifrabile» (p. X), merita di proporsi come incoraggiamento e modello per future analoghe indagini.

Andrea Scartabellati