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Pasquale Amato – Il Risorgimento oltre i miti e i revisionismi. Da Napoleone a Porta Pia (1796-1870) – 2005

Pasquale Amato
Reggio Calabria, Città del Sole, pp. 188, euro 10,00

Anno di pubblicazione: 2005

Da alcuni anni sono sempre più numerose le opere di sintesi sul Risorgimento, motivate sia dalla necessità di disporre di testi che diano conto delle acquisizioni di una storiografia decisamente rinnovatasi nell’ultimo decennio, sia da un rinato interesse del più ampio pubblico di lettori. A quest’ultima fortunata categoria appartiene anche il volume di Pasquale Amato che, sin dall’accattivante titolo, denuncia la volontà di rivolgersi a un pubblico di non specialisti. Ci troviamo, come informa la stessa quarta di copertina, di fronte a un ?profilo agile? di storia del Risorgimento, che ripercorre in quattro rapidi capitoli, e non senza qualche imprecisione di troppo, le principali vicende italiane dal ?triennio patriottico? sino alla liberazione di Roma, arricchito da una bibliografia finale che, per essere di effettivo aiuto al lettore non specialista, avrebbe meritato forse una cura maggiore.
La narrazione si articola sulla contrapposizione tra Mazzini il ?seminatore? e Cavour il ?raccoglitore?, presentati secondo i tradizionali stereotipi dell’agitatore idealista e del politico realista e calcolatore. Un quadro completato, secondo una consolidata tradizione, dall’?unico mito popolare?, ovviamente Garibaldi (p. 114), la cui analisi presenta tuttavia alcuni elementi di interesse che avrebbero meritato un maggiore sviluppo, in particolare l’assimilazione dell’azione e della cultura politica di Garibaldi alla tradizione sudamericana dei ?libertadores?.
Altro elemento di interesse nell’impianto narrativo dell’opera è la scelta di adottare uno sguardo per così dire ?decentrato’; in numerose occasioni ? rivolta del 1847, spedizione dei Mille, elezione di Mazzini nel collegio di Messina nel 1865 ? l’autore sceglie come proprio osservatorio privilegiato l’area a cavallo dello stretto di Messina. Una scelta legata certo a motivazioni editoriali, al pubblico di quell’area è in prima battuta dedicato il volume, ma che appare non priva d’interesse per una migliore comprensione del ruolo svolto dal rapporto centro/periferia (o meglio centri/periferie) e dalle dinamiche di ridefinizione delle gerarchie urbane e territoriali nel più ampio processo risorgimentale.
Un ampio capitolo è infine dedicato alla ?mala Unità? che Amato individua, indulgendo forse un po’ troppo alla retorica ?sudista? ? che pure dichiara di voler rifiutare ? e riproponendo nuovamente un consolidato cliché storiografico e pubblicistico, nelle modalità che avevano caratterizzato il processo di unificazione, rintracciando in particolare nell’egemonia ?settentrional-moderata? le radici della debole identità nazionale italiana.

Pietro Finelli