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Pasquale Iaccio – Cinema e storia. Percorsi, immagini, testimonianze – 2000

Pasquale Iaccio
Liguori, Napoli

Anno di pubblicazione: 2000

Ricercatore a Salerno, Iaccio insegna Storia del Cinema a Napoli-Federico II ed è uno storico che usa attivamente il cinema come fonte per la storia contemporanea, in particolare per il periodo fascista e la storia di Napoli. Uscito in prima edizione nel ‘, il volume è integrato, per quest’edizione, da significative novità sullo stato degli archivi audiovisivi in Italia ed il processo di informatizzazione delle cineteche.
Il libro è suddiviso in tre parti: la prima, I percorsi, è la più consistente e offre una rassegna, a scopo divulgativo, di vari lavori storiografici sul tema e dei possibili luoghi delle fonti audiovisive. Iaccio affronta il difficile ed ambivalente rapporto tra cinema e storia da una pluralità di punti di vista: introduce i principali testi di critica teorica che fin dagli anni ’70 hanno sostenuto l’importanza del cinema come fonte per la storia; propone una riflessione sull’uso del cinema come strumento per la didattica, sottolineando i problemi che caratterizzano nella scuola superiore italiana l’uso di strumenti audiovisivi, a cui si accompagna la scarsa considerazione prestata dagli istituti competenti alla conservazione e diffusione del materiale visivo e sonoro (ritardo che, fortunatamente, negli ultimi anni, s’inizia a colmare). Le domande più problematiche, cui non sempre l’autore risponde, riguardano un approccio critico alla fonte: come usare il cinema per la storia? E, soprattutto, per quale tipo di storia? Uno degli aspetti più interessanti riguarda il rovesciamento del rapporto tra cinema e storia: è il cinema a proporre una narrazione e un’interpretazione dei fatti storici in cui la presenza degli storici di professione può anche essere del tutto trascurata. Un ruolo che, con le necessarie differenze, è stato recentemente ricoperto anche dalla tv, che Iaccio analizza in riferimento al programma del ’98 La grande storia in prima serata. Tornando al cinema, l’autore propone un ampio elenco dei film cosiddetti “storici”, problematizzando il rapporto tra fiction – e documentario e le diverse domande che si possono porre ai due generi. Un merito del libro è quello di aver connesso piani diversi: il livello divulgativo, lo stato della storiografia e della riflessione teorica in materia, alcuni case studies, come il rapporto tra cinema e propaganda fascista e guerra e dopoguerra nella Napoli cinematografica, che hanno il merito di esplicitare il metodo di lavoro scelto da Iaccio. La seconda parte del libro è dedicata alla pubblicazione di immagini, brevemente introdotte e ricavate da calendari tascabili degli anni ’30, cineromanzi, foto di scena. Materiale ampio e stimolante, che avrebbe meritato un approfondimento maggiore, soprattutto relativo al tipo di metodologie che possono trasformarlo in documento per la storia della cultura e dell’immaginario. La terza parte raccoglie ventiquattro testimonianze, la cui provenienza non è sempre esplicitata in modo esauriente. Si riconferma qui quell’impressione che il ricco materiale non sia stato sorretto da un’adeguata riflessione metodologica.

Enrica Capussotti