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Patrick Lafond – Le miroir français de la croissance italienne 1945-1963, – 2008

Patrick Lafond
Roma, Ecole Française de Rome, XVI-650 pp., euro 80,00

Anno di pubblicazione: 2008

Come afferma Albert Broder nella sua introduzione al volume, i rapporti franco-italiani dopo le due guerre mondiali non sono mai stati oggetto di sintesi scientificamente impostate. Lafond si impegna a colmare, almeno in parte, questa lacuna concentrandosi sulla percezione francese della performance economica italiana nel secondo dopoguerra. Fonte privilegiata dell’a. sono i documenti d’archivio francesi (carte diplomatiche innanzi tutto, ma anche atti parlamentari e di commissioni miste politico-sindacali-imprenditoriali e riflessioni delle associazioni padronali o di singoli industriali); alle loro caratteristiche, ai loro limiti e alle loro potenzialità di fonti da sfruttare con le necessarie cautele metodologiche sono dedicate le parti iniziali del saggio. L’attenzione dell’a. si concentra poi sulle eredità del passato, assai prossimo allora: quello in cui l’Italia fascista aveva attaccato la Francia e, sconfitta, aveva dovuto subire un trattato di pace le cui implicazioni economiche vengono precisamente analizzate. Ma il contesto geopolitico internazionale in rapida evoluzione (l’esplodere della guerra fredda e il veloce recupero dell’Italia nel novero dei fedeli alleati degli Stati Uniti) modifica presto lo scenario e impone orizzonti di cooperazione alle nuove classi dirigenti dei due paesi. Una cooperazione non sempre ottimale, frenata talvolta dal persistere nelle élites francesi di pregiudizi e immagini dell’Italia che non rendono giustizia a un paese che seppure tra molteplici contraddizioni vive una stagione di straordinari cambiamenti. Nel libro si parla dunque dei progetti, rimasti sulla carta, di unione doganale elaborati sul finire degli anni ’40; dei piani siderurgici dell’Iri e della valutazione che ne danno gli ambienti economici transalpini; della questione africana, con la Francia che vede sgretolarsi il proprio impero coloniale e l’Italia che avvia una sua peculiare politica estera grazie all’intraprendenza dell’Eni di Mattei; del problema annoso per l’Italia della disoccupazione e dell’emigrazione, valvola di sfogo tradizionale per le tensioni nel mercato del lavoro della penisola; del tunnel del Monte Bianco. Temi diversi tra loro, ma che costituiscono altrettanti tasselli delle relazioni franco-italiane nel secondo dopoguerra. Su di essi l’analisi è minuziosa, muovendosi continuamente dal piano dei fatti a quello della loro percezione; non mancano poi i riferimenti obbligati al quadro internazionale con i due paesi impegnati entrambi nell’opera di ricostruzione, prima, e, quindi, di costruzione di un nuovo assetto dell’ euro pa occidentale.La lettura del processo storico si sviluppa così su più livelli, e ciò appare, unitamente alla utilizzazione rigorosa che Lafond fa delle fonti, il pregio maggiore del volume; un volume ricco di informazioni anche se talvolta appesantito da descrizioni di questioni e problemi, certamente da richiamare ma forse in maniera più sintetica (potrebbero letterariamente essere definite «digressioni», che testimoniano comunque la conoscenza approfondita dell’Italia e della sua storia da parte dello studioso francese).

Marco Doria