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Paul Ginsborg e Ilaria Porciani (a cura di) – Famiglia, società civile e Stato tra Otto e Novecento – 2002

Paul Ginsborg e Ilaria Porciani (a cura di)
?Passato e presente?, n. 57, Milano, Franco Angeli, pp. 190, euro 12,50

Anno di pubblicazione: 2002

E’ raro che gli studi sulla famiglia in età contemporanea varchino la soglia dell’household, della domesticità contrapposta polemicamente al potere politico, che a partire dalle apodittiche asserzioni del Contrat social contrassegna il confine tra spazio pubblico e privato. Questa raccolta di saggi vuole invece recuperare alla famiglia il suo specifico status politico attraverso squarci tematici, spaziali e cronologici molto estesi. Il rispecchiamento della sfera politica in quella domestica, ricordano i curatori, non è solo prerogativa della tradizione aristotelica di antico regime, ma è implicita e soggiacente nelle pratiche discorsive di tutti i pubblici poteri, anche allorquando la famiglia stessa diventa un ostacolo da superare nel regolare i rapporti tra gli individui e lo Stato. Il volume s’apre con i saggi dei curatori, ciascuno dei quali suggerisce una specifica lezione di metodo allo studio del nesso famiglia-politica. Nel primo Porciani, preso atto che l’omologazione, a partire dalle grandi fratture di fine Settecento, non funziona più dal lato della fondazione del potere, riscopre con meritoria sensibilità il ruolo pubblico della famiglia per tutto l’Ottocento come strumento di socializzazione: la frattura infatti si ricompone quando è in gioco la dimensione etica ed emozionale del sentimento-noi, dello stare insieme della nazione. Così facendo l’autrice smonta alcuni luoghi comuni, di cui mi limito a segnalarne due. Il primo consiste nell’infrangere la divisione tradizionale tra sfera pubblica e privata con i suoi correlati di genere, dimostrando come l’intreccio tra famiglia e nazione abbia consentito alle donne di essere partecipi e protagoniste dei rituali della nazione. La seconda indicazione è che la nazione non solo ricorre alle risorse emotive dell’immaginario della famiglia per affermarsi, ma che per farlo diventa un punto di riferimento obbligato per il disciplinamento domestico: esistono ?modelli? familiari a seconda dei contesti nazionali. Il saggio di Ginsborg, dedicato al Novecento, recupera invece la lezione hegeliana del nesso conflittuale tra famiglia, società civile e Stato concentrandosi su tre concezioni ?politiche? della famiglia circolanti nel XX secolo: quella bolscevica, quella dittatoriale e quella democratica del dopoguerra. Anche in questo caso è lavorando sulle premesse implicite piuttosto che sulle politiche familiari fattuali, sul cortocircuito tra ideologie ufficiali e presa sulla società civile, che la famiglia riesce ad acquistare una dimensione pubblica in senso proprio. Le ricerche più propriamente monografiche si segnalano per un’attenzione inusuale per il mondo orientale: accanto ai saggi di Luisa Levi D’Ancona (sulle famiglie di banchieri ebrei), di Stefania Bernini (sull’Inghilterra del secondo dopoguerra) e di Elisabetta Vezzosi (sull’assistenza alle madri nere negli Stati Uniti), Ay?e Saraçgil studia l’impatto del processo di modernizzazione istituzionale sulla famiglia ottomana, Anna Di Biagio le politiche dei bolscevichi alle prese con le famiglie delle repubbliche asiatiche, Marcella Simoni il rapporto tra famiglia e società civile nelle due nazioni presenti in Palestina all’inizio del Novecento.

Francesca Sofia