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Percorsi di pedagogia al femminile. Dall’unità d’Italia al secondo dopoguerra

Tiziana Pironi
Roma, Carocci, 184 pp., € 15,00

Anno di pubblicazione: 2014

Il volume è costituito di cinque capitoli che presentano le biografie di alcune figure
di grande rilievo per la storia dell’educazione e della cultura italiana, menzionate in gran
parte fra le voci del Dizionario Biografico dell’Educazione 1800-2000 (2013). Accanto a
pedagogiste insigni come Maria Montessori e Margherita Zoebeli, figurano anche Ernesta
Galletti Stoppa, Leda Rafanelli e Giovanna Caleffi. Ricostruite grazie a una ricca messe
di documentazione archivistica reperita in fondi personali e privati, queste biografie rappresentano
capitoli inediti di una pedagogia «non ufficiale», che si proponeva di educare
le nuove generazioni ai valori di libertà e di autonomia in particolari momenti della storia
italiana nel duplice intento, spesso contrastato, di emancipare le donne con l’istruzione e
di riformare lo statuto assistenziale delle istituzioni per la prima infanzia per farne dei veri
e propri luoghi di apprendimento e autoeducazione.
Nel primo capitolo l’a. presenta la figura di Ernesta Galletti Stoppa, una mazziniana
romagnola che intraprese diverse iniziative a favore dell’istruzione delle donne fra le quali
la fondazione di un istituto privato di educazione femminile al cui interno creò anche un
giardino d’infanzia fröbeliano per i figli delle madri lavoratrici, osteggiato in quanto troppo
moderno e non confessionale. Una particolare attenzione viene dedicata alle diverse
esperienze di Maria Montessori (formazione degli insegnanti e Case dei Bambini di San
Lorenzo) che, dopo l’esilio (1923), riuscì e continuò a coniugare la propria ricerca scientifica
sui bambini devianti con le istanze del femminismo e del pacifismo.
In modo altrettanto avvincente vengono descritte Leda Rafanelli (nota anche con lo
pseudonimo Zagara Sicula) e Giovanna Caleffi Berneri. La prima, attiva all’interno del
movimento anarchico, fu attratta dal mondo orientale, dalla cultura islamica, ebraica e
indiana di cui promosse i valori nella produzione letteraria «controcorrente» per l’infanzia.
La seconda, socialista vicina al movimento anarchico, tradusse il suo impegno politico
in un’intensa attività giornalistica e, grazie allo stretto contatto con Margherita Zoebeli,
nell’organizzazione di alcune colonie estive caratterizzate da attività ludiche-ricreative. Lo
studio si conclude con la biografia di un’altra grande pedagogista, Margherita Zoebeli di
origine svizzera, che nel dopoguerra creò il Villaggio italo-svizzero a Rimini, dando vita
a una pedagogia comunitaria e cooperativa realizzata grazie a una struttura architettonica
appositamente concepita e tuttora visibile.
L’a. è riuscita a coniugare con competenza e chiarezza storia di genere, storia sociale,
circolazione di modelli formativi transnazionali e nuove pratiche educative che cercavano
di far fronte alle condizioni dell’infanzia dei ceti popolari nell’arco di un secolo e che si
aggravarono in particolare dopo le due guerre mondiali.

Dorena Caroli