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Piero Bevilacqua – La terra è finita. Breve storia dell’ambiente – 2006

Piero Bevilacqua
Roma-Bari, Laterza, 209 pp., euro 14,00

Anno di pubblicazione: 2006

Il libro parte da una considerazione piuttosto pessimistica: «la terra è finita». Viene subito da chiedersi in quale senso. Forse è finita perché non c’è più nessuna speranza per questo pianeta, o perché ne abbiamo terminato tutte le risorse disponibili: è finita la terra da coltivare, da sfruttare, sulla quale costruire. O forse è un monito per i lettori: ricordatevi che anche la terra può esaurirsi. Subito nella prima pagina Bevilacqua pone la domanda che sta alla base di tutto il volume: quali siano le reali motivazioni che hanno portato a un deterioramento della natura e dell’ambiente tali da metterne in discussione la sopravvivenza.Nell’introduzione fa una breve analisi delle varie ragioni individuate. Per alcuni studiosi la presente crisi ambientale è stata determinata da motivi culturali: sarebbe stato l’atteggiamento di dominio dell’uomo nei confronti della natura ad aver originato la distruzione attuale. Per altri è stata la crescita senza precedenti della popolazione ad avere provocato una eccessiva pressione sulle risorse. Altri studiosi ancora hanno invece messo in risalto spiegazioni di tipo più economico: gli squilibri attuali sarebbero stati causati da uno smisurato sfruttamento delle risorse per scopi produttivi. Per l’autore la risposta non è monocausale, ma più articolata. In particolare Bevilacqua collega il degrado del nostro ambiente al «processo storico che si è svolto soprattutto in età contemporanea» affermando che è negli ultimi cinquant’anni che si è evidenziata la «capacità di distruzione globale» (p. 27) del capitalismo. È stato dopo la rivoluzione industriale che lo sfruttamento dell’uomo sulla natura ha raggiunto livelli «globali».Nel libro è poi illustrato in modo assai sintetico lo stato attuale dell’ambiente, con un’attenzione particolare all’Italia. Si parla così di disboscamenti, di esplosione delle città, di inquinamento, di agricoltura biologica e biodiversità. Tutti temi importanti che sono visti nel loro percorso storico, nel tentativo di ricostruire i mutamenti ambientali a livello globale. Sono poi affrontati anche temi legati ai parchi, all’ecologia e ai movimenti politici e ambientalisti nati in questi ultimi anni. Tali movimenti hanno permesso una divulgazione tra la popolazione di conoscenze e informazioni che hanno agevolato la formazione di un’opinione pubblica particolarmente sensibile ai problemi ambientali. Lo studioso sottolinea il fatto che «l’ambiente è un sistema complesso» (p. 137) per studiare il quale necessitano competenze diverse e che c’è quindi bisogno di un sapere interdisciplinare. Per questo, a suo avviso, nella seconda metà del XX secolo ha preso avvio quella che definisce «una vera e propria rivoluzione culturale» che «ha significato la nascita di un nuovo punto di vista sul mondo» (p. 137). Questa profonda trasformazione culturale ha dato vita alle varie forme di ambientalismo odierno.Da segnalare che ogni capitolo del libro è corredato da un’ampia bibliografia relativa all’argomento trattato, offrendo così indicazioni per eventuali approfondimenti.

Alessandra Martinelli