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Pietro Angelini, Germana Mamone – Il podio celeste. Storia dell’educazione fisica e dello sport in Cina – 2008

Pietro Angelini, Germana Mamone
Viterbo, Stampa Alternativa-Nuovi Equilibri, 204 pp., euro 14,00

Anno di pubblicazione: 2008

I Giochi olimpici di Pechino hanno stimolato, com’era lecito attendersi, la produzione di un’ampia gamma di studi in molti paesi, con risultati eccellenti ma anche con prodotti non sempre all’altezza per quanto riguarda la qualità della produzione culturale.La pubblicazione in Italia di uno studio sulla storia dello sport e dell’educazione fisica in Cina, dunque, non può che essere accolta con piacere, tanto più che ? su di un piano generale ? il volume di Angelini e Mamone si presenta come un lavoro sufficientemente solido, ben articolato e documentato, anche se si avvale qui e là di un linguaggio a volte troppo colorito.Il libro si presenta come una storia dell’educazione fisica e dello sport in Cina, muovendo dalla remota antichità (periodo pre-imperiale) attraverso i secoli dell’Impero per giungere al ‘900, alla fondazione della Repubblica di Cina nel 1912 e successivamente della Repubblica popolare cinese nel 1949, e infine ai giorni nostri. Il percorso seguito è quello di una ricostruzione storico-cronologica, al cui interno vengono evidenziati aspetti, eventi e dati che in diversi casi sono poco noti e conosciuti. Così, dopo la prefazione dello studioso cinese Wang Guo Shun (immagino sia Wang Guoshun: a proposito, in alcuni casi comequesto si è utilizzata una trascrizione del nome dei personaggi cinesi strana, diversa da quella prevalentemente adottata in altri casi analoghi e nella bibliografia), un capitolo introduttivo incentrato sull’importanza del corpo in Cina (il «malato dell’Asia», come viene definito nella prefazione, p. 3) e uno che anticipa il tema dell’evento delle Olimpiadi, i capitoli dal II al V ci conducono alla scoperta del valore del corpo e dell’educazione fisica nella Cina «classica», sino al XIV secolo circa. I capitoli VI e VII affrontano invece le origini e gli sviluppi dello sport moderno in Cina, tra tradizioni imperiali ? pur rinnovate ? e incontro-scontro con l’Inghilterra, allora potenza mondiale dominante, e in generale l’Occidente. Infine, l’VII capitolo, che anticipa una breve conclusione, è dedicato all’importanza dell’educazione fisica e dello sport nella Repubblica popolare cinese, con l’introduzione di una sorta di pianificazione dell’attività sportiva, il tentativo di rilancio di varie discipline anche attraverso una politica scolastica, la celebre «diplomazia del ping pong» passata alle cronache per avere dato il via al disgelo tra Cina e Usa, sino alle nuove tendenze dell’attività agonistica nell’epoca delle «modernizzazioni», con i suoi successi ma anche con le sue delusioni sportive.Un’osservazione finale che è necessario fare, aldilà del giudizio largamente positivo sul volume, è che forse la scelta di percorrere l’intero arco della storia millenaria cinese ha in parte nuociuto ad un approfondimento ulteriore della storia dello sport in Cina nel corso del ‘900, affrontando con maggiore attenzione questioni come l’intreccio tra sport e nazionalismo o un possibile raffronto tra il ruolo che ebbe la politica dello sport nella Repubblica popolare cinese e a Taiwan dopo il 1949.

Guido Samarani