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Pietro Cafaro – «Una cosa sola». La Confcooperative nel secondo dopoguerra: cenni di storia (1945-1991) – 2008

Pietro Cafaro
Bologna, il Mulino, 317 pp., euro 27,00

Anno di pubblicazione: 2008

Questo libro si inserisce a pieno titolo nel complesso lavoro di ricostruzione dell’esperienza cooperativistica italiana in corso ormai da vari anni. E lo fa proponendo una costruzione dettagliata della storia di Confcooperative, cioè di un’esperienza che in effetti richiedeva uno studio approfondito, soprattutto a livello centrale e non solo locale.Grande pregio di questo lavoro è il riferimento a materiale interno: l’a. ha potuto avvalersi dei documenti dell’Archivio storico centrale di Confcooperative a Roma. Tuttavia il libro appare in una forma assolutamente inconsueta per una seria opera storiografica, quale senz’altro è: completamente privo di note e rimandi alla documentazione consultata. È l’a. stesso a spiegarci questa anomalia: «Lo stato attuale dell’Archivio, che in questo momento si trova in una prima fase di ordinazione [sic] nella quale necessariamente convivono riferimenti relativi a passati (e abortiti) tentativi di riordino con l’attuale organizzazione, ha convinto l’autore dell’inopportunità di porre come è consuetudine a piè di pagina l’apparato delle note. […] In ogni caso, però, il testo si presenta come provvisorio rispetto a una prossima versione dotata di tutti i crismi del caso…» (p. 85). In sostanza, Cafaro ci presenta una sorta di bozza del suo lavoro, per fornire una prima ricostruzione delle vicende dell’istituzione dall’interno. È possibile che pressioni dell’associazione o possibili vicine ricorrenze abbiano spinto verso questa versione di compromesso che, se sicuramente risulta utile per il grande pubblico, lascia perplessi gli storici (si poteva forse optare per rimandi provvisori, o almeno per l’inclusione di note bibliografiche relative ai libri e ai periodici utilizzati).Detto questo, non c’è dubbio che si tratti di un’opera seria e importante (preceduta da un lungo saggio interpretativo e storiografico di Sergio Zaninelli), caratterizzata da una decisa tensione interpretativa. Tensione che suggerisce all’a. di iniziare praticamente la sua storia dal 1945 (dedicando poche decine di pagine al periodo di inizio ’900 e del fascismo): è nel periodo repubblicano che sembrano giocarsi i destini dell’associazione. Cafaro pone bene in evidenza la forza dei contrasti interni al mondo cattolico (ad esempio, con la Coldiretti), i problemi organizzativi (le spinte centrifughe localistiche e gli sforzi centralizzatori), la non linearità dei rapporti con la Democrazia cristiana, i ricorrenti problemi finanziari, l’indiretto confronto con la Lega. E centrali per lo sviluppo associativo appaiono dibattiti e scelte, come quelle maturate nei confronti di avvenimenti quali la realizzazione della riforma agraria o l’ingresso nel Mec. Cafaro ci offre in sostanza un quadro della dirigenza dell’associazione, in cui spiccano varie personalità, a cominciare da Livio Malfettani, a lungo a capo di Confcooperative, o il suo successore Enzo Badioli.Uno strumento prezioso dunque per capire una realtà ancora poco studiata – ma ora attendiamo la versione definitiva.

Emanuela Scarpellini