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Pietro Grilli di Cortona – Stati, nazioni e nazionalismo in Europa – 2003

Pietro Grilli di Cortona
Bologna, Il Mulino, pp. 318, euro 21,00

Anno di pubblicazione: 2003

Grilli di Cortona, docente di scienza politica, propone una interpretazione del nazionalismo che vuole unire una lunga prospettiva storica con una analisi tipica della scuola di scienza politica comparata. Dopo una Introduzione sulle definizioni e teorie del nazionalismo, i due capitoli successivi offrono una rapida discussione comparata dell’evoluzione storica dello Stato europeo e dei nazionalismi; seguono capitoli su nazionalismo e democrazia e su movimenti e partiti nazionalisti in Europa.
L’interesse dominante dell’autore è l’irruente presenza politica del nazionalismo oggi, sia nelle sue forme etniche sia in quelle regionali, e le conseguenze che ne derivano per il futuro della democrazia. Nello spiegare la ricomparsa, spesso virulenta, del nazionalismo dopo il lungo periodo in cui era sembrato superato, l’autore non nega le spiegazioni abituali ? ricerca di una identità primaria in reazione alla globalizzazione, fine del congelamento del nazionalismo con la caduta del Muro di Berlino ? ma queste non gli bastano. L’approccio di lunga durata gli appare importante per analizzare le cause che producono ciò che chiama le ?periodiche esplosioni? di nazionalismo in Europa. Trova le risposte nelle fratture tra centro e periferia derivanti dai processi di formazione dello Stato: dove lo Stato moderno non era riuscito ad affermare la sua autorità su tutto il territorio, più difficile è stata la costruzione di regimi democratici e più fertile l’humus per affermazioni di identità nazionale e nazionalismi nelle periferie. Il nazionalismo quindi, nella misura in cui partecipa in modo attivo ai processi di modernizzazione, muta fisionomia a seconda del periodo e del contesto: oggigiorno, nelle democrazie occidentali, si è incanalato nel sistema partitico e spinge non tanto per la formazione di una entità statale territoriale quanto per la gestione in proprio di risorse economiche.
È chiaro che, per l’autore, la storia resta essenziale ma subordinata alla comprensione del presente. È una storia, molto vicina alla scienza politica della scuola di Rokkan e Lipset, che ? letta sempre dal punto di vista dello Stato ? offre gli elementi per la costruzione di grandi tipologie geopolitiche da cui trarre conclusioni. C’è, nello studio, una ossessione per le classificazioni. Il metodo funzionalista con cui sono costruite le tipologie e le tabelle porta a volte a risultati (per lo storico) curiosi, come per esempio quando Gran Bretagna, Belgio e Spagna vengono messe insieme e contrapposte alla Francia in riferimento alla probabilità che i partiti nazionalisti emergano dal lungo processo storico del consolidamento dello Stato prima della democrazia di massa (p. 173); o nella tabella 4.1 (pp. 175-6), Regimi politici e nazionalismi in Europa nel XX secolo, in cui l’Ungheria non è considerata ?autoritaria? nel 1900 in quanto ?parte di un Impero?.
Detto questo, il libro contiene aspetti interessanti e utili per lo storico, soprattutto per le sue considerazioni sugli sviluppi dell’ultimo decennio nell’Europa ex comunista, per la tabella sintetica e chiara delle politiche nazionalizzatrici degli Stati europei ex sovietici (p. 192); e per le sue conclusioni sulle difficoltà per una democrazia di governare i conflitti nazionalisti.

Stuart Woolf