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Pietro Rinaldo Fanesi, introduzione di Gabriela Häbich – Un Oceano tra le Italie. L’Unità d’Italia e gli italiani al Plata nel secolo XIX – 2011

Pietro Rinaldo Fanesi, introduzione di Gabriela Häbich
Soveria Mannelli, Rubbettino, 145 pp., Euro 11,00

Anno di pubblicazione: 2011

L’a. è un esperto dell’esilio politico italiano in Argentina, nonché uno studioso del mito di Garibaldi. Su quest’ultimo argomento è intervenuto con saggi pubblicati, sia in Italia che in Brasile, nel 2007, in occasione del centenario della nascita dell’«eroe dei due mondi». Ora, in occasione del 150° anniversario dell’Unità d’Italia, ha concentrato di nuovo l’attenzione oltreoceano, per cercare di cogliere la formazione del concetto di «italianità» tra gli immigrati italiani in Argentina, in Uruguay e, marginalmente, in Brasile, dagli anni ’20 dell’800 fino all’unificazione italiana e agli inizi dell’emigrazione transoceanica di massa.Il saggio disegna la mappa della presenza massonica e delle culture politiche presenti nelle comunità italiane, nonché le dinamiche dei rapporti tra laici e cattolici. Particolare attenzione dedica alla missione effettuata in America latina dal giovane Mastai, futuro Papa Pio IX, e più in generale ai rapporti tra lo Stato pontificio e i giovani Stati indipendenti del Sudamerica. È questa forse la parte più originale dell’indagine. Facendo ricorso anche a documenti dell’Archivio segreto vaticano, l’a. mette a fuoco i conflitti tra il Vaticano e le Repubbliche sudamericane, e le tensioni tra la Chiesa romana e le Chiese locali, che cercano di ritagliarsi un autonomo spazio nazionale.Il prevalere dell’anticlericalismo tra gli esuli italiani nel Plata, che culmina nell’assalto all’arcivescovado di Buenos Aires del 1875, è oggetto di una puntuale trattazione. Lo stesso anticlericalismo, di chiara impronta massonica, sembra essere l’unico terreno di convergenza di repubblicani e monarchici, tra i quali i conflitti sono intensi e persistenti, ripercuotendosi pesantemente sull’associazionismo italiano e manifestandosi platealmente nelle contrapposizioni che emergono negli spazi pubblici e nelle ricorrenze istituzionali (dallo Statuto albertino al XX Settembre), come nella celebrazione dei Padri della patria (da Mazzini e Garibaldi, a Cavour e Vittorio Emanuele). In questo quadro di divisioni e lacerazioni, l’a. – a partire dall’esilio di Garibaldi, iniziato a Rio de Janeiro nel 1835 e proseguito nel sud del Brasile in Uruguay – esamina le prove d’italianità che si sviluppano nell’area del Plata, come nel caso della progettazione e della realizzazione dell’Ospedale italiano di Buenos Aires (1854-1872), utilizzando naturalmente la vasta letteratura scientifica disponibile e in particolare gli studi di Fernando Devoto.Qualche perplessità suscita l’aver scelto di lasciare sullo sfondo il problema del carattere subnazionale e locale delle comunità italiane, prima e dopo l’Unità. Il prevalere iniziale dei genovesi, e più in generale dei liguri e dei piemontesi, tra gli italiani in Argentina è, ad esempio, questione di non poco conto; analogamente, il prevalere dei «napoletani» a Rio de Janeiro, a cominciare dall’arrivo di Teresa Cristina di Borbone, sposa di don Pedro II, nel 1843, sarà elemento caratterizzante di quella comunità italiana nel lungo periodo.

Vittorio Cappelli