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Pinella Di Gregorio – Oro nero d’Oriente – 2006

Pinella Di Gregorio
Roma, Donzelli, 267 pp., euro 26,00

Anno di pubblicazione: 2006

Molto studiata all’estero, dove è già da tempo divenuta «scienza» con propria specifica metodologia, la oil history ha trovato limitato spazio in Italia. A parte il pionieristico volume L’avventura del petrolio, scritto più di quarant’anni fa da Gabriele De Rosa, nel nostro paese si è fatto ben poco. Certo, nel corso degli anni, sono apparsi numerosi lavori, (alcuni dei quali di buona fattura basati su esplorazioni archivistiche), ma si è trattato di lavori in larga parte incentrati sulla storia di Mattei o sulla «diplomazia parallela» dell’AGIP e delle sue ripercussioni sulla politica estera italiana, sempre alla ricerca di rapporti diretti con i paesi produttori di petrolio nel tentativo di risolvere, in maniera autonoma, il complesso problema degli approvvigionamenti energetici nazionali. In buona sostanza è mancata finora un’adeguata riflessione storica a livello scientifico, uno studio di largo respiro utile a comprendere meglio il ruolo complessivo giocato dal petrolio nella costruzione dei delicati equilibri internazionali del Novecento. Ora, finalmente, questa lacuna comincia ad essere colmata grazie all’interessante e ben documentato lavoro di Pinella Di Gregorio che con sicurezza analizza gli scenari geopolitici dell’area mediorientale fra le due guerre mondiali, nonché i mutamenti di quegli scenari in larga parte provocati dalla accesa conflittualità fra trusts inglesi e americani che, sostenuti dai rispettivi governi, si contendevano il controllo esclusivo delle riserve di petrolio. L’oro nero, appunto. E designare il petrolio con questo nome, come scriveva nella Histoire du pétrole René Sédillot: «è evocare con una formula figurata una ricchezza e un colore; è anche, insieme, magnificare il petrolio nei riguardi dell’oro-metallo e drammatizzare il suo destino, rendendolo deliberatamente oscuro; è sommare lo splendore e il lutto, il giorno e la notte». Dal suo canto Pinella Di Gregorio nella prima parte di questo libro, imperniato su una robusta ricerca, ricostruisce le origini delle più grandi società petrolifere che, col passare degli anni (in parte trascorsi a farsi una feroce concorrenza), si sarebbero finalmente accordate sulla base di vantaggiose spartizioni, diventando le «Sette sorelle» del cartello in grado di dominare, sia pure in un quadro di coesistenza competitiva, il commercio del petrolio regolato da leggi che esse stesse fissavano con autorità sovrana. Quindi l’autrice sposta la sua attenzione sui governi delle grandi potenze, per analizzarne le strategie messe in campo nel periodo studiato per impadronirsi o comunque assumere il controllo degli spettacolari giacimenti mediorientali, all’epoca in larga parte ancora incontaminati. Infine si sofferma sui due più importanti paesi dell’area, l’Iraq e l’Arabia Saudita, ancora oggi al centro degli interessi non sempre confessabili della comunità internazionale. Ora, come allora quando, come ci documenta questo libro innovativo per la nostra storiografia, si ponevano le basi dei nuovi equilibri geoeconomici destinati ad incidere sulla storia dei popoli e dei paesi.

Matteo Pizzigallo