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Pioniere e rivoluzionarie. Donne anarchiche in Spagna (1931-1975)

Eulàlia Vega
Milano, Zero in condotta, 318 pp., € 23,00

Anno di pubblicazione: 2017

L’a., studiosa di storia dell’anarcosindacalismo spagnolo e di storia politica delle donne, con questo nuovo saggio intreccia i suoi interessi e, attraverso l’uso delle testimonianze orali, propone un racconto della militanza femminile nel movimento libertario spagnolo dal 1931 (anno di nascita della Seconda Repubblica) al 1975 (anno della morte di Francisco Franco e del passaggio alla monarchia), che analizza la storia inedita della presenza delle donne nella vita pubblica della Spagna del ’900, tenendo conto tanto della sfera pubblica quanto di quella privata e alta l’attenzione nei confronti del rapporto tra militanza maschile e militanza femminile.
Il volume si suddivide in cinque capitoli, anticipati da una Introduzione e seguiti dalle Conclusioni, e l’ordine della narrazione è scrupolosamente cronologico, in senso binario: ogni capitolo ripercorre una fase della storia politica della Spagna e parallelamente una tappa esistenziale delle protagoniste. Il primo capitolo, preambolo al nocciolo della narrazione, racconta i contesti familiari e gli anni di «formazione» delle protagoniste al tempo della dittatura di Primo de Rivera, il secondo approfondisce infanzia e adolescenza delle giovani nel periodo che va dalla proclamazione della Repubblica al 1935, il terzo affronta la gioventù e la guerra civile – momento di inedito risveglio e attivismo femminile –, il quarto si concentra sull’età adulta e il difficile periodo 1939-1945, fatto di smarrimento e isolamento, infine il quinto capitolo esamina la maturità e gli anni 1945-1975, tempo di esilio e di clandestinità ma anche di ripresa della lotta politica. È così che l’a. affianca alla macrostoria un intreccio di microstorie – tra le principali quelle di A. Fontanillas, S. Berenguer, C. Guillénche, C. Pérez, P. López, G. Ventura, A. Molina, J. Dorado, C. Liaño e I. Gonzáles – che, ricostruendo la trama della formazione dell’identità politica delle singole e quindi delle loro azioni collettive, dà un contributo significativo alla storia del movimento libertario spagnolo, che appare attraversato da dinamiche complesse e contradditorie perché, se da una parte offre gli ideali e il terreno per la crescita dell’autodeterminazione femminile, dall’altra si mostra resistente ad abbandonare le tradizionali discriminazioni di genere.
Il lavoro riesce indubbiamente nel suo intento, e soprattutto costituisce un prezioso strumento per la consultazione delle fonti orali che sottendono a questa ricerca. Tuttavia proprio l’impostazione che fa di questo volume un originale e utile contributo espone questo lavoro al rischio di apparire debole nell’analisi storiografica perché sembra sacrificare un adeguato confronto tra le fonti. Il difetto, in realtà, è più apparente che reale: le fonti documentarie percorrono la narrazione ma restano sottotraccia, mentre si sarebbe potuto valorizzarne l’utilizzo con maggiori indicazioni in nota invece di limitarsi al solo elenco, in calce al testo, degli archivi consultati.

Elena Bignami