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R.J.B. Bosworth – Mussolini – 2002

R.J.B. Bosworth
London, Arnold, pp. XVII-584, £ 9,99

Anno di pubblicazione: 2002

Nella tradizione culturale, giornalistica e storiografica britannica le biografie di Mussolini sono state un genere ampiamente e lungamente coltivato. Ne esce ora un’altra, che si presenta come la più accreditata al successo critico e scientifico, non sappiamo pronosticare se anche a quello del largo pubblico. Bosworth è uno storico australiano noto anche da noi per i suoi studi sulla politica estera italiana. Il suo lavoro biografico concede poco agli effetti e sgombra spesso il campo dalla pruderie di chi cerca spesso nella vita di Mussolini il lato umano, le debolezze per la carne, insomma i pettegolezzi. L’autore studia Mussolini per il ruolo che ha ricoperto nella storia dell’Italia, dell’Europa e in certa misura del mondo in cui visse, insomma nel suo ruolo pubblico di politico, ideologo, statista e leader militare, un taglio molto lontano da quello della recente biografia di Milza, che dà molto spazio alla vicenda strettamente personale e privata del duce, e dalla quale l’autore dissente, definendola esplicitamente ?defeliciana?. Bosworth tiene ovviamente conto del monumentale lavoro di De Felice, ma lo critica costantemente per la tendenza a discolpare Mussolini, a mostrarlo alternativamente preveggente o ignaro degli avvenimenti del suo tempo se non addirittura irresponsabile dei suoi atti: anzi sostiene, con opinione indubbiamente un po’ forte, che De Felice è stato ?un magnete? per i fascisti sopravvissuti che gli hanno regolarmente dato accesso alle loro carte e diari, e ha contribuito ad una versione interpretativa della storia del fascismo che ha esplicitamente incontrato i favori della nuova destra italiana e le lodi di Gianfranco Fini. L’autore dichiara una maggiore fiducia nei modelli britannici di biografie come quella di Preston su Franco e di Kershaw su Hitler, entrambi poco inclini a psicologizzare e romanzare la materia. E dunque Bosworth afferma che l’averne scritto la biografia non lo ha trasformato in un sacerdote del culto del duce. Ma egli critica la stessa tradizione britannica nutrita di pregiudizi sul carattere mediterraneo e sulla superficialità ?meridionale? che apparterrebbe anche al caso biografico e storico-politico di Mussolini. Fra l’altro, il modello mussoliniano contribuì molto all’ascesa del nazismo in Germania, pur non potendo influenzarne più di tanto gli sviluppi al potere dopo il 1933-35. Sbruffone, maschilista, razzista, certamente più di tanti altri ma non così radicalmente diverso da altri, Mussolini non fu però un ?Sawdust Caesar?, un dittatore di segatura o un gigante dai piedi d’argilla: egli fu in grado di nuocere, su scala quantitativa diversa dagli abnormi crimini di massa di Hitler e Stalin, e tuttavia capace di provocare ? nelle politiche coloniali, nelle guerre d’Etiopia e di Spagna e nella seconda guerra mondiale ? almeno un milione di vittime: dato orribile e crudo, che fa sì che questa biografia sia definita dall’autore non altrimenti che consapevolmente e intenzionalmente antifascista.

Marco Palla