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Raffaele Giura Longo e Giovanni De Gennaro (a cura di) – La storiografia pugliese nella seconda metà dell’Ottocento – 2002

Raffaele Giura Longo e Giovanni De Gennaro (a cura di)
Bari, Levante, p. 330, euro 21,00

Anno di pubblicazione: 2002

Il volume raccoglie gli atti di un incontro di studi che ebbe luogo nel 1997; ed è strutturato in una Introduzione e tre sezioni, per un insieme di quattordici contributi. L’iniziativa, presentata come ?prudente e preliminare ricognizione dei problemi?, ha prodotto in più di un caso indagini documentate ed interessanti attorno ad una realtà che, sul terreno specifico dell’organizzazione e degli indirizzi degli studi storici, presenta alcuni aspetti peculiari.
A Luigi Masella si debbono pagine rilevanti sulle dinamiche di definizione della storia regionale e cittadina pugliese in rapporto non più all’ambito statuale napoletano, ma a quello nazionale italiano, e sul riproporsi all’inizio del Novecento, in un mutato contesto intellettuale e civile, di una prospettiva ?meridionale?; regione, del resto, quella pugliese, che venne costruendo una propria identità ?in relazione stretta [?] con lo sviluppo di un sistema economico nazionale lungo le direttrici nord-sud del versante adriatico? (p. 21), e nella quale dopo l’unità si ridefinirono le gerarchie urbane e culturali. Sulle articolazioni interne delle vicende intellettuali regionali alcuni saggi qui pubblicati offrono utili quadri d’insieme; e si va dal relativo declino della posizione di Lecce, registrato nelle pagine che F. Martina dedica alla figura di Sigismondo Castromediano, alla situazione della Capitanata (S. Russo) e della zona jonica (A. Anzoino).
La Puglia ottocentesca era priva di una propria università ? lacuna colmata solo molto parzialmente con la costituzione, nel 1886, della Scuola superiore di commercio a Bari ?; e questo fatto determinava lo spostamento verso vari centri universitari, non solo verso Napoli, di studenti destinati a divenire in qualche caso apprezzati studiosi, e provocava anche difficoltà di radicamento per tentativi di organizzare e indirizzare gli studi storici, come quello compiuto con l’?Archivio storico pugliese?, non sufficientemente sorretti da un associazionismo storico locale che pure incoraggiava l’acquisizione di più moderni ed adeguati strumenti e tecniche di ricerca. Anche in Puglia, come altrove, si mise mano a progetti di edizioni di fonti ? fra le quali il Codice Diplomatico Barese -, che consentirono la cooperazione di studiosi di diversi orientamenti, legati agli ambienti dell’erudizione cattolica ed ecclesiastica oppure ai nuovi, ?positivi? indirizzi dei cultori del documento; si coltivò la storia cittadina, cercando di pervenire all’?identificazione il più possibile documentata di una vita politica e amministrativa e di una tradizione giuridica cittadina in Puglia [?], di una civiltà comunale preesistente alla discesa normanna? (p. 24); si cercò, faticosamente, di dotarsi di istituzioni culturali capaci di offrire adeguato sostegno alla ricerca.
Sullo sfondo di questo movimento di studi tutt’altro che privo di dirette implicazioni pedagogico-politiche si profilano alcune figure ? Ludovico Pepe, Raffaele De Cesare, Sigismondo Castromediano, Carlo De Cesare ? alle quali sono riservati specifici interventi.

Mauro Moretti