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Raffaella Castagnola Rossini – Incontri di spiriti liberi. Amicizie, relazioni professionali e iniziative editoriali di Silone in Svizzera – 2004

Raffaella Castagnola Rossini
Manduria-Bari-Roma, Lacaita, pp. 166, euro 15,00

Anno di pubblicazione: 2004

Il volume, che si concentra sul periodo di esilio trascorso da Silone in Svizzera, privilegia in particolare gli anni successivi all’uscita di Fontamara, quando, ormai conosciuto, lo scrittore, forte di una solida rete di conoscenze e amicizie, cominciava ad impegnarsi in alcune iniziative volte alla promozione di una letteratura italiana antifascista. Nell’arco di tempo che si snoda fino al 1944, la vicenda umana e culturale di Silone si inserisce in un contesto caratterizzato dal cosmopolitismo e dalla notevole vivacità intellettuale. Frequentatore dei salotti più in vista di Zurigo e legato a noti esponenti dell’emigrazione politica italiana, Silone, sin dal suo esordio come romanziere, cominciò a concepire l’idea di coniugare la propria carriera ad un progetto più ampio, finalizzato alla diffusione all’estero di una cultura nazionale che non coincidesse con i dettami del regime.
Approfondendo il legame professionale e amicale tra Silone ed i coniugi Oprecht, proprietari delle edizioni omonime, il rapporto con il critico Carl Seelig, stimato recensore dei suoi scritti, nonché la relazione a tratti conflittuale con lo scrittore e traduttore Rudolf Jacob Humm, Castagnola Rossini riesce a delineare un quadro estremamente complesso. I carteggi presi in considerazione, infatti, restituiscono il continuo intrecciarsi degli aspetti professionali, caratterizzati di volta in volta da diversi equilibri di potere, con altri elementi, quali le divergenze politiche o di opinione, le potenziali rivalità o i sentimenti di stima e affetto. Emerge in tal modo la figura di uno scrittore costantemente impegnato a seguire con meticolosità tutto ciò che lo riguarda, anche lateralmente, e incline a sollecitare la stessa critica ad una interpretazione ?corretta? delle proprie opere. Importante appare anche la vicenda relativa alla pubblicazione a puntate di Pane e vino, in versione ridotta, sulla testata ticinese «Libera Stampa», ricca di nuovi spunti per un’analisi filologica.
L’idea di dare vita a un progetto editoriale volto a pubblicare all’estero le opere italiane colpite dalla censura fascista poté concretizzarsi solo nel 1936, quando, grazie ai legami stretti con alcune personalità del ?fuoriuscitismo? italiano a Ginevra, tra cui la famiglia Ferrero, Silone si impegnava nella costituzione delle Nuove Edizioni Capolago. L’iniziativa, minata dalle persistenti difficoltà finanziarie, come dimostra l’autrice, doveva soffrire anche dei contrasti sorti circa la linea editoriale da adottare, che affiorano dalla corrispondenza tra i fondatori. A conferma dell’importanza attribuita a questo progetto, quando la casa editrice sembrava ormai prossima allo scioglimento, Silone, nel 1944, diveniva uno dei promotori della sezione italiana della Ghilda del libro ticinese.
Grazie alla consultazione di diversi archivi elvetici, affiancata all’utilizzo dei carteggi del noto scrittore, l’autrice ha potuto procedere a un’accurata ricostruzione di alcuni passaggi del suo percorso umano, letterario ed editoriale, rivelando, grazie alle descrizioni dettagliate, la ricchezza di alcuni fondi documentari svizzeri, ai fini di un’indagine sull’élite culturale europea di quegli anni.

Sara Galli